Zoopolis, l’utopica società in cui uomini e animali hanno gli stessi diritti
Concedere la cittadinanza agli animali e riconoscere alle altre specie diritti civili oltre che universali: è quanto avverrebbe a Zoopolis, utopica società immaginata dal filosofo Will Kymlicka.
Gli animali hanno gli stessi diritti dell’uomo, per il momento (purtroppo) solo in un’utopica Zoopolis immaginata dai filosofi Sue Donaldson e Will Kymlicka in Zoopolis. A Political Theory of Animal Rights.
Nel volume si discute di una società fondata sulla dignità degli animali ma i concetti espressi vanno ben oltre la tutela degli altri esseri viventi da parte dell’uomo. Cani, gatti e tutti gli altri animali, domestici e non, devono infatti veder riconosciuti i loro diritti civili in quanto parte integrante della nostra società.
Istituzioni, governi, amministratori locali, enti pubblici e privati, devono tener conto del diritto all’esistenza degli animali all’interno di comunità miste, insieme agli uomini o ad altri animali, ma anche qualora volessero costituirsi in gruppi selvatici a sé. A Zoopolis, infatti, gli animali domestici riceverebbero la cittadinanza all’interno delle nostre comunità, mentre agli animali selvatici sarebbe garantito il diritto di formare comunità distinte indipendenti allo stato brado.
In questo modello di società, fondato su pari diritti civili tra animali e uomini, ci sarebbe inoltre spazio anche per le specie selvatiche che vogliono vivere ai margini della società ma non completamente isolati, come ad esempio le volpi e i procioni.
Siamo ben lontani dal modello attuale. Oggi, spiegano gli autori, se si escludono gli animali domestici (e a volte neanche quelli), le altre specie vivono in un’eterna Treblinka, un sistema vorace meccanizzato di riduzione in schiavitù degli animali apparentemente senza fine, dove gli animali vanno incontro ai lavori forzati, alla tortura e alla morte. Animali continuamente sterminati negli allevamenti intensivi, torturati nei laboratori scientifici, utilizzati in combattimenti clandestini, corse, rituali sacrificali. La produzione mondiale di carne è triplicata dal 1980 ad oggi: ogni anno vengono uccisi 56 miliardi di animali.
Finora la teoria sui diritti degli animali si è concentrata fortemente sui diritti universali di cui godono, come ad esempio il diritto alla vita o a un’esistenza priva di sofferenze. In Zoopolis, invece, si prospetta una società in cui gli animali hanno diritti (e doveri) attivi proprio come normali cittadini e gli viene riconosciuto un valore morale individuale, contro ogni forma di specismo e verso la cooperazione e convivenza egualitaria tra diverse specie.
Per riuscire a compiere questa rivoluzione societaria, secondo Kymlicka, occorre innanzitutto smettere di mangiarli, di sfruttarli per ricavarne pelli, cibo e indumenti, istituire delle figure specifiche che si occupino del loro benessere, del loro diritto ad una casa (bisogna tutelarne l’habitat naturale), all’assistenza pubblica. Proprio come avviene tra gli umani, inoltre, l’uccisione di un animale potrebbe essere giustificata solo dalla legittima difesa.