[img src=”https://media.petsblog.it/5/5ad/scimpanzé-586×390.jpg” alt=”scimpanzé” height=”390″ title=”scimpanzé” class=”aligncenter size-blogoextralarge wp-image-69895″]
In questi giorni, un gruppo di avvocati americani del Nonhuman Rights Project sta intentando in vari tribunali dello Stato di New York una serie di azioni legali senza precedenti: riconoscere il diritto alla libertà fisica dei quattro scimpanzé Tommy, Kiko, Hercules e Leo.
Tommy vive all’aperto, in una gabbia di cemento, nel nord dello Stato di New York, in temperature molto più fredde di quelle che sarebbero giuste per lui. Kiko è uno scimpanzé di 26 anni, con alle spalle “la carriera di attore”; ora che però soffre di un’infezione ai timpani e ha perso la sua agilità, è tenuto in gabbia. Hercules e Leo vivono invece nella gabbia di un laboratorio che vuole determinare come camminavano i primi ominidi.
Gli avvocati che hanno preso a cuore la storia dei 4 animali sostengono che gli esseri umani non sono gli unici esseri viventi ad avere diritti: chiedono quindi che gli scimpanzé passino dallo stato giuridico di “oggetti” a quello di “persone”, e quindi entrino in possesso di alcuni diritti fondamentali, quali il diritto alla libertà e all’integrità fisica.
L’evolversi della morale, le scoperte scientifiche e la stessa esperienza umana garantiscono questi diritti anche alle “persone non-umane”. Gli scimpanzé sono autonomi, in grado cioè di essere autocoscienti e di scegliere come vivere le proprie vite.
Per questo motivo spetterebbe loro lo status giuridico di “persona” e quindi una protezione dei diritti fondamentali.
Se la libertà gli venisse riconosciuta, Tommy, Kiko, Hercules e Leo verrebbero accolti alla North American Primate Sanctuary Alliance, dove scimpanzé, bonobo, gorilla e orangotango con un passato di sperimentazioni o prigionie crudeli trovano protezione e cura.
Via | Il Messaggero
Foto | flickr