Una poesia di Nazim Hikmet sul rispetto per gli animali
“Non ha strappato le ali alle mosche quando era piccolo” è il primo verso di una poesia senza titolo di Nazim Hikmet che parla del rispetto per gli animali.
Cinquant’anni fa moriva Nazim Hikmet, uno dei poeti turchi più letti. È stato definito il rivoluzionario romantico e il poeta dell’amore per la vita. Le sue poesie sono lette in tutto il mondo e sul web vengono spesso citate. Del resto la traduzione italiana è affascinante perché curata da Joyce Lussu, scrittrice, traduttrice, partigiana e poetessa italiana, medaglia d’argento al valor militare.
Spulciando tra le poesie di Hikmet ne ho trovata una che parla di gatti e di altri animali. O meglio: parla di un uomo che nel corso della sua vita non ha fatto mai male a una mosca – letteralmente parlando – e ha sempre nutrito rispetto per tutti gli animali, dai gatti agli scarafaggi alle formiche. Nonostante questa sua nobiltà e bontà d’animo il protagonista della poesia di Nazim Hikmet ha ricevuto molto male nella sua vita. Ma lui, l’uomo buono, non se ne preoccupa e finanche sul letto di morte ha voluto che il poeta gli parlasse della grandezza dell’uomo.
Una poesia sugli animali, quelle di Hikmet che vi proponiamo oggi nel cinquantesimo della sua morte, che ci ricorda che il rispetto per gli altri, per gli animali, per la natura dev’essere un impegno da portare avanti in prima persona, accogliendo fin da subito tutte le conseguenze che potranno esserci.
Nazim Hikmet – Non ha strappato le ali alle mosche quando era piccolo
Non ha strappato le ali alle mosche quando era piccolo
non ha legato i barattoli alla coda dei gatti
né imprigionato gli scarafaggi
nelle scatole di fiammiferi
non ha distrutto le case delle formiche.
È diventato grande.
E vedete il male che gli hanno fatto.
Quando è morto, ero al suo capezzale
e mi ha detto: leggimi una poesia
che canti il sole e il mare
le officine atomiche la luna artificiale
che canti la grandezza dell’uomo.