Un gatto delle fogne affettuoso e timido: la storia di una specie salvata dall’estinzione

Piccolo e affascinante, il Singapura è un gatto che incarna una leggenda vivente. Originario delle strade di Singapore, questo felino, noto per la sua dolcezza e indole affettuosa, ha saputo sfuggire all’estinzione, conquistando il cuore degli amanti degli animali in tutto il mondo. Un tempo considerato un randagio indesiderato, perseguitato dalle autorità locali, oggi il Singapura è una delle razze più rare e ricercate, rappresentando un simbolo di resilienza e fascino esotico. Ma qual è la vera storia di questo “gatto delle fogne”?

Origini e denominazione

Il nome Singapura deriva dalla storica Città del Leone, dove questi gatti si aggiravano liberamente, rifugiandosi in scarichi e canali. La loro presenza risale a circa 300 anni fa, quando si ritiene siano nati dall’incrocio tra gatti selvatici locali e felini provenienti da navi mercantili internazionali. Per molto tempo, questi gatti furono considerati un problema, visti come invasori e una minaccia per la salute pubblica. La loro vita tra i rifiuti e nei luoghi più inaspettati contribuì a farli etichettare come “gatti delle fogne”, un soprannome che rifletteva la loro difficile esistenza.

Oggi, il Singapura è apprezzato non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua storia di sopravvivenza. La sua evoluzione da randagio a razza riconosciuta è un esempio di come l’amore e la dedizione possano cambiare il destino di una specie. La sua importanza storica è tale che oggi è oggetto di studi e attenzioni, non solo per la sua rarità, ma anche per il suo impatto culturale.

Caratteristiche fisiche

Il Singapura è noto per essere il gatto di razza più piccolo al mondo. La sua testa è arrotondata, con un muso corto e ampio, mentre le sue orecchie grandi e gli occhi di tonalità nocciola, verde o giallo, contribuiscono a creare un’espressione intensa e penetrante. Nonostante le sue dimensioni minute, il suo corpo è muscoloso e compatto, dimostrando una sorprendente forza.

Il mantello del Singapura è corto e setoso, caratterizzato da una colorazione sfumata con bande di nero, marrone e avorio. Le tonalità più scure si concentrano sulla schiena, sulla coda e sulle zampe, creando un contrasto affascinante. Queste caratteristiche fisiche non solo rendono il Singapura unico, ma ne esaltano anche la bellezza e il fascino, attirando l’attenzione di allevatori e appassionati di tutto il mondo.

Personalità e comportamento

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare a causa della sua timidezza iniziale, il Singapura è un gatto estremamente affettuoso e giocherellone. La sua natura socievole lo porta a cercare costantemente la compagnia umana, dimostrando la sua vivacità attraverso giochi e arrampicate. Anche se è un gatto piuttosto riservato, la sua voce è delicata e discreta, a differenza di altre razze orientali più chiacchierone. Ogni Singapura ha la sua personalità unica, ma in generale, questa razza è nota per la sua dolcezza e il suo desiderio di interazione.

La combinazione di affetto e vivacità rende il Singapura un compagno ideale per famiglie e singoli. La loro capacità di adattarsi a vari ambienti e situazioni li rende perfetti per coloro che cercano un animale da compagnia che sappia portare gioia e allegria nella vita quotidiana.

Dalla quasi estinzione alla rinascita

Per decenni, le autorità di Singapore considerarono il Singapura come una vera e propria piaga, attuando abbattimenti di massa che ridussero drasticamente la loro popolazione. Nel 1974, rimanevano solo tre esemplari di questa razza, salvati e portati negli Stati Uniti. Un quarto gatto fu trovato nel 1980, e da questi pochi individui ha avuto inizio la rinascita della razza.

Il primo Singapura arrivò in Gran Bretagna nel 1989, segnando l’inizio di una crescente popolarità che continua a espandersi. Oggi, il Singapura è celebrato non solo per la sua bellezza e il suo carattere affettuoso, ma anche per la sua straordinaria storia di resilienza, che lo ha portato a diventare uno dei gatti più amati e ricercati al mondo.

Published by
Luna Nasini