Umani, guinzagli e cuccioli di cane
Il guinzaglio allungabile è da evitare perché crea più problemi che vantaggi
Non so voi, ma io non sono mai stato un fan dei guinzagli allungabili. Prima dell’entrata in vigore dell’ordinanza Martini (che, ricordiamo, stabilisce che i guinzagli non possono essere più lunghi di un metro e mezzo) avevo dichiarato la mia guerra a questo tipo di guinzagli, forte anche dei consigli dell’istruttore dei miei cagnolotti e del mio veterinario.
Ultimamente, invece, ho notato che i guinzagli allungabili sono aumentati incredibilmente a giudicare dagli umani che li usano per portare a passeggio i propri cani. Risultato? Un caos incredibile in fase di incontro tra i cani. Spesso, infatti, il cane con il guinzaglio lungo se ne va in giro per fatti suoi e non ritiene di dover prestare attenzione al proprio umano che, dandogli letteralmente spago, gli fa capire che chi comanda è il cane, non lui. Se poi l’umano sta anche al telefono, capirete che la situazione diventa particolarmente difficile da gestire e, talvolta, anche pericolosa.
Ho cercato di spiegarlo a una ragazza che porta a spasso il suo cucciolo di Jack Russell. Il cane è un amore ma, come tutti i cuccioli (e come tutti i Jack Russell!) è iper-attivo: corre, salta, odora, scava. Il tutto, rigorosamente, con il guinzaglio teso al massimo, il che vuol dire a una decina di metri di distanza dalla ragazza. Mi si gela il sangue ogni volta che il Jack Russell attraversa di corsa la strada con la sua umana che rimane sull’altro lato. Ed è inutile farlo capire alla ragazza che, pacificamente, risponde: “È solo un cucciolo!”. Lui sì. E tu?
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