Tumori mammari nel gatto: cause, sintomi e terapia
Che ne dite se andiamo a parlare di tumori mammari nel gatto? Andiamo a vedere cause, sintomi, terapia e prevenzione.
Tumori mammari cane – Questo è un altro caso nel quale siamo abituati a pensare ai tumori mammari associati ai cani e non ai gatti. Vista l’influenza ormonale e visto il fatto che è più probabile trovare gatte sterilizzate prima del calore, ecco che obiettivamente vediamo neoplasie mammarie più di frequente nel cane che non nel gatto. Tuttavia a volte capita di vedere gatte sterilizzate tardivamente o sottoposte a trattamenti per bloccare il calore con tumori mammari anche di notevoli dimensioni. Ecco che allora oggi andiamo a parlare di tumori mammari nel gatto: vediamone cause, sintomi e terapia.
Cause dei tumori mammari del gatto
I tumori della mammella nella gatta sono il terzo tumore più frequente, dopo quelli ematopoietici (leggi linfoma soprattutto) e quelli della cute. Rappresentano il 17% dei tumori maligni nella gatta e al massimo il 5% nel maschio. Mentre nella cagna il 50% dei tumori mammari è benigno, nella gatta il 75-85% dei tumori mammari sono maligni: ecco perché i veterinari insistono tanto nel far sterilizzare le gatte prima del primo calore, visto che se sviluppano neoplasia mammaria è molto probabile che questa sia maligna.
L’influenza ormonale nello sviluppo di tumori mammari è fuori discussione sia nel cane che nel gatto. Se si sterilizza la gatta prima del primo calore, a sei mesi, ecco che hai il 91% di probabilità che non sviluppi tumori mammari. Il rischio di tumori mammari aumenta poi di tre volte con la somministrazione di farmaci per bloccare il calore, motivo per cui la maggior parte dei veterinari si rifiuta di prescriverli: dobbiamo curare i gatti, non somministrare farmaci che sappiamo già dare gravi effetti collaterali.
Sintomi dei tumori mammari nel gatto
Per quanto riguarda la frequenza, pare che sia più comune nei gatti comuni e nel Siamese in cui il rischio è doppio rispetto alle altre razze e può essere colpito sin da giovane. Di solito i tumori mammari saltano fuori intorno ai 10-12 anni, ma possiamo trovarli anche in gatti molto più giovani. Nelle gatte la crescita del tumore è rapida, il che implica ulcerazione precoce, cosa che indica la malignità della lesione esattamente come l’adesione agli strati sottostanti. Idem dicasi per il coinvolgimento dei linfonodi locali. Le metastasi hanno una percentuale altissima: siamo all’80% dei tumori maligni e di solito si localizzano ai linfonodi regionali, al polmone, al fegato, alla pleura, al rene, al diaframma, al surrene e all’osso. Il capezzolo spesso è edematoso e da esso esce un liquido scuro.
La maggior parte delle forme sono adenocarcinomi, mentre più raro è l’invasivo carcinoma infiammatorio. Da non confondere con i voluminosi noduli dell’iperplasia fibroepiteliale, altro effetto secondario del medrossiprogesterone e del megestrolo acetato.
Tendenzialmente la diagnosi è tardiva perché in media i proprietari portano il gatto a far vedere quando il nodulo è grande e ulcerato, quindi quando è altamente probabile che il tumore sia infiltrato e metastatizzato. E non pensiate che venga portato perché un nodulo viene giudicato un’anomalia, no, di solito viene portato perché il nodulo ulcerato puzza e dà fastidio.
Terapia dei tumori mammari nel gatto
La terapia di base è la chirurgia, anche se non nel caso del carcinoma infiammatorio (quest’ultimo è rapidamente invasivo con veloce deperimento del gatto nel giro di un paio di settimane, quindi non ha senso procedere alla chirurgia). Consigliabile l’asportazione di tutta la fila mammaria, mettendo in conto di dover asportare anche l’altra fila in quanto le connessione linfatiche fanno sì che facilmente si sviluppino tumori su altre mammelle.
Ovviamente il tutto se non ci sono metastasi: se da radiografia o ecografia si evidenziano metastasi a fegato o polmoni, vuol dire che il gatto è stato portato a visita troppo tardi.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | metay