Associazioni animaliste contro la trasmissione Portobello e Antonella Clerici per un pappagallo
Associazioni animaliste sul piede di guerra per la presenza di un pappagallo nella trasmissione Portobello di Antonella Clerici.
Le associazioni animaliste italiane non hanno visto di buon occhio la presenza di un pappagallo nella trasmissione Portobello di Antonella Clerici. E sono letteralmente insorte contro il programma della tv pubblica e contro la sua conduttrice.
Dopo 31 anni la Rai ripropone lo storico programma di Enzo Tortora, con Antonella Clerici come conduttrice. Come 31 anni fa torna un pappagallo verde nella trasmissione, ma le associazioni animaliste non ci stanno. Sara Turetta, fondatrice della Onlus Save the dogs, infuriata su Twitter scrive:
Dopo più di 30 anni di passi avanti contro sofferenza animali, riproporre in Tv (tra rumori, luci) pappagalli o acquari significa non aver compreso che la società si è evoluta. Invitiamo gli autori di @Raiuno a fare show senza animali #portobello.
E poi aggiunge:
Ci sarà un’impennata di vendite di questi animali che dovrebbero vivere in libertà. È irresponsabile esibirli in Tv!.
Gianluca Felicetti, presidente LAV, commenta su Twitter lo spettacolo andato in onda sabato sera:
Di alternative ce n’erano mille. Antonella Clerici e Rai Uno hanno ri-affittato un animale in cattività, si chiama così non a caso, esponendolo alla berlina. Incentivando il mercato dell’esotico in casa. Portobello così batterà mai record di ascolti. Ma quello di figuracce sì.
La LAV invita Angelo Teodoli, il direttore di Rai Uno, a rispondere alla richiesta proveniente anche dal consigliere di Amministrazione RAI, Riccardo Laganà (che su Twitter aveva scritto: “Noi nel 2018, nel nome degli ascolti dobbiamo ancora tenere incatenato un essere senziente? Passa un messaggio negativo. Al solito l’animale viene trattato come fenomeno da baraccone vittima di una colpevole carenza di idee innovative“), oltre che da tanti telespettatori che hanno criticato la scelta degli autori, di prendere posizione sull’utilizzo di animali in televisione
in modo che sia restituita al servizio pubblico la dignità che merita e la sua funzione di promozione culturale, nel rispetto dello spirito del tempo, che è oggi distante anni luce dal triste spettacolo di un uccello incatenato al trespolo.
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