Thailandia: 6000 scimmie invadono la città di Lopburi
E' allarme in Thailandia: circa 6000 scimmie hanno invaso la città di Lopburi mettendo in difficoltà la polizia.
Siamo in Thailandia, più precisamente nella città di Lopburi nella parte centrale del paese, a nord-est di Bangkok: qui 6000 scimmie hanno invaso la città. Forse avrete già sentito nominare questa città a causa del Monkey Buffet Festival: si tratta di una manifestazione che solitamente si tiene a novembre e attira tantissimi turisti. Durante il festival, viene realizzato un enorme banchetto con tanto di frutta, biscotti, caramelle e junk food per i macachi thailandesi. Ma non solo: in realtà tutto l’anno arrivano turisti per vedere i macachi i quali ormai sono come i piccioni qui da noi o i cervi di Nara in Giappone: questi animali ormai contano sui turisti per mangiare.
Anzi, sono così dipendenti dal cibo umano che ormai non cercano più di procacciarsi il cibo nella foresta. Solo che adesso, con l’epidemia da Covid-19 e relativo lockdown, da febbraio non ci sono più turisti. E di punto in bianco i macachi non hanno più nessuno che li nutre. I resti del mercato locale non sono sufficienti e le scimmie, affamate e arrabbiate, hanno cominciato a diventare aggressive. Pensate che invadono in gruppo i negozi, hanno preso dimora in un cinema abbandonato, si azzuffano per strada, si mangiano fra di loro e aggrediscono anche gli abitanti.
La polizia locale sta cercando di tenere la situazione sotto controllo, ma non sa più come fare. Il problema è legato al fatto che non solo le scimmie si sono moltiplicate notevolmente dall’anno scorso, ma qui sono anche portatrici della Rabbia, malattia mortale sia per loro che per le persone. Per questo motivo gli abitanti vivono reclusi in casa e parecchi quartieri sono stati chiusi e dichiarati inaccessibili. Aggiungete poi il fatto che in Thailandia non si possono uccidere le scimmie perché sarebbe considerato un sacrilegio. Tutto questo ha portato la situazione fuori controllo tanto che nessuno nel paese sa cosa fare per arginare il problema.
Via | La Stampa
Foto | Pixabay