Tartarughe: i principali parassiti trovati in cheloni d’allevamento
Uno studio ha messo in luce quali siano i principali parassiti che si riscontrano negli allevamenti italiani di tartarughe.
Tartarughe e parassiti – Il problema quando c’è un’alta concentrazione di animali tutta nello stesso luogo è che inevitabilmente aumentano le possibilità di presenza di parassiti, virus o batteri. Lo sanno bene i gestori dei canili, le gattare che seguono le colonie feline o anche gli allevatori: per quanto ci si adoperi per debellare parassiti e malattie, il solo fatto di avere così tanti cani e gatti concentrati in un unico posto aumenta la probabilità di presenza di queste patologie. E non fanno eccezione gli allevamenti di tartarughe.
Tartarughe: quali sono parassiti, virus e batteri presenti in allevamento?
Uno studio ha cercato di stabilire quali siano i principali parassiti, virus e batteri presenti negli allevamenti di tartarughe italiani. Lo studio in questione si intitola “Microbiological and parasitological investigation on chelonians reared in Italian facilities”, Marenzoni ML, Zicavo A, Veronesi F, Morganti G, Scuota S, Coletti M, Passamonti F, Santoni L, Natalilo P, Moretta I. Vet Ital. 2015 Jul-Sep; 51(3): 173-8.
Lo studio ha preso in esame un allevamento privato di testuggini e un rifugio per tartarughe. Da queste tartarughe sono stati fatti tamponi orale e cloacali per capire di quali parassiti, virus e batteri fossero portatori. Fortunatamente erano esenti da Herpesvirus, Cryptosporidium e Giardia. Tuttavia venivano identificati:
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Inoltre sono stati ritrovati Ascaridi solamente nelle testuggini e nelle lesioni cutanee di alcune tartarughe è stata ritrovata l’Aeromona sobria solamente in alcune tartarughe.
Cosa vuol dire?
Questo è solo l’inizio. Una volta individuati quali parassiti, virus e batteri siano maggiormente presenti nelle tartarughe e testuggini degli allevamenti o rifugi italiani, bisognerebbe poi fare altri studi per capire quali siano i fattori che potrebbero scatenare epidemie (e una volta individuati eliminarli prima che scatenino tali epidemie), ma anche studi volti a capire quale sia l’effettivo rischio zoonosico per gli esseri umani.
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Foto | laurelfan
Via | NCBI