Strage dei cani di San Marino: il presidente del Kennel Club commenta solo “non leggo i giornali”
Gli espositori denunciano l'organizzazione e la Gendarmeria per non aver bloccato la expo prima dell'inizio.
Vi avevo parlato sabato scorso, 28 maggio 2011, di quanto accaduto durante la expo internazionale di San Marino, conclusasi in tragedia: cani morti a causa di un veleno cosparso da un killer-folle e un grande dubbio, si poteva evitare? Con il passare delle ore e delle testimonianze, arrivate soprattutto dai residenti, si è scoperto che la zona della expo era proprio la più presa di mira dal killer dei cani, e che la cosa era ben nota. La domanda, quindi, nasce spontanea: perché la expo è stata fatta comunque?
Sicuramente gli organizzatori della manifestazione avrebbero dovuto evitare lo svolgersi dell’evento proprio in quel posto, cercando altra sede o rimandando. Ed invece no, la expo si è partita comunque, con tragiche conseguenze. E per assurdo, di tutta risposta il presidente del Kennel Club di San Marino, Franco Stacchini, dopo le incessanti domande di coloro che non si arrendono a far cadere la vicenda nel dimenticatoio, ha dichiarato di non sapere nulla degli avvelenamenti in quanto non legge i giornali sanmarinesi. Potevano morire tutti i cani (oltre 1700 iscritti), potevano andarci di mezzo anche i bambini che giocavano sull’erba o gli espositori a contatto con i cani e l’unica dichiarazione è stata “non leggo i giornali”. Una storia che ha dell’incredibile, se ci aggiungiamo che alle proteste ed alle denunce degli espositori il commento è semplicemente “per le quote versate provvederemo a organizzare un’altra mostra”.
Nel frattempo, gli espositori che hanno rischiato di perdere il loro adorato amico a quattro zampe, stanno intentando cause legali contro la Gendarmeria di San Marino e il Kennel Club che sapevano e non hanno rimandato la expo, limitandosi a distribuire volantini o ad annunciare di “lavare le zampe ai cani dopo la sfilata sul ring”, mentre Governo della Repubblica Sanmarinese, attraverso il segretario al Turismo Fabio Berardi, ha fatto sapere di volersi costituire parte civile in un eventuale processo a carico del dog-killer. Le azioni però non finiscono qui. Oltre le vie legali, gruppi di espositori si stanno unendo per interpellare la televisione e rendere noto al grande pubblico l’avvenuto. Vi terremo informati.
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