Sperimentazione sugli animali: i numeri in Europa
La Commissione Europea ha rivelato i dati della sperimentazione sugli animali nella UE: ecco i dati salienti del report.
La Commissione Europea ha rivelato i dati della sperimentazione animale in Europa grazie a un nuovo report (il link del rapporto completo lo trovate in calce all’articolo). E’ la prima volta che vengono divulgati numeri simili da quando sono state create nuove norme più severe sui laboratori di ricerca già sette anni fa. I numeri parlano di circa 10 milioni di animali usati all’anno dal 2015 al 2017 a scopi scientifici. A questi bisogna poi sommare più di 12 milioni di animali usati per garantire il mantenimento dei gruppi di animali geneticamente modificati (in questo numero rientrano anche gli animali soppressi per fornite i tessuti e quelli in numero eccessivo). Ciò vuol dire arrivare a un totale di 22 milioni di animali.
Sperimentazione animale: cosa ha cambiato la legge del 2013?
Nel 2013 la direttiva 2010/63 ha modificato la normativa sulla sperimentazione animale. Tale legge ha ridotto l’uso degli animali nel settore della ricerca e ha cercato di ridurre le loro sofferenze. Effettivamente i dati parlano di un calo, anche se lieve: nel 2015 sono stati usati 9.59 milioni di animali, mentre nel 2017 9.39 milioni. Diciamo che la differenza è minima, però qualche modifica in tal senso c’è stata.
Sempre riferendoci al 2017, si è visto che più dei due terzi degli animali sono stati usati per ricerca di base (45%) e ricerca applicata (23%). Un quarto (23%), invece, è stato usato per testare farmaci e sostanze chimiche. Altri usi sono stati quelli nel settore della produzione di vaccini, produzione di agenti biologici, formazione, istruzione e indagini di tipo forense.
Guardando le percentuali degli animali usati abbiamo:
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La normativa attuale prevede che gli stati dell’UE raccolgano dati non solo sul numero e specie usati, ma anche dati relativi a quante volte un singolo animale viene usato, qual è lo scopo della sperimentazione e i livelli di sofferenza delle procedure. Proprio a proposito dei livelli di sofferenze, il rapporto ci spiega quali siano stati i gradi individuati nel 2017:
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Un portavoce della Commissione Europea ha spiegato che queste informazioni permetteranno all’UE di individuare meglio dove indirizzare le risorse per cercare di diminuire il numero e la sofferenza degli animali. Non è soddisfatta di questi numeri, però, la Lega Antivivisezione la quale ha spiegato che cinque stati dell’Europa non fanno ispezioni senza prima dare dei preavvisi. Inoltre nove non pare stiano rispettando uno dei requisiti minimi, cioè quello di controllare un terzo dei laboratori di ricerca all’anno. E l’Italia arriva solo al 40%.
Via | European Commission
Foto | Pixabay