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Sindrome da canile: cosa fare, i rimedi e la terapia

Conoscete la sindrome da canile o da privazione sensoriale? Andiamo a vedere di cosa si tratta, perché si sviluppa e cosa si può fare.

Sindrome da canile: cosa fare, i rimedi e la terapia

Esiste una vera e propria patologia comportamentale che si chiama sindrome da canile. In inglese la potreste trovare descritta come Kennel Syndrome perché tende a svilupparsi spesso nei cani tenuti in canile, ma non è un’esclusiva loro. E’ una patologia molto diffusa, che si presenta con diversi gradi di gravità e che spesso non viene riconosciuta in tempo dal proprietario. Andiamo dunque a conoscerla meglio.

Che cos’è la sindrome da canile e sintomi

Nella sindrome da canile il cane non è in grado di adattarsi a nuovi ambienti e a nuove situazione e sembra sempre aver paura di ogni cosa. Le modalità con cui si presenta sono assai variabili: il cane potrebbe manifestare atteggiamenti di fuga, immobilizzarsi (è il cane che esplora stando fermo immobile sulle quattro zampe o che si immobilizza di continuo) o anche diventare aggressivo. Quando la situazione diventa più grave, col passare del tempo compaiono ansia, depressione (il cane diventa apatico, si lecca di continuo, manifesta problemi del sonno o ad alimentarsi mangiando solo di notte quando non c’è nessuno e diventa aggressivo).

Riconoscete il cane che soffre di sindrome da canile perché in strada si immobilizza quando sente qualsiasi rumore e più il proprietario tira, lo sgrida, più lui si blocca. Al campo di addestramento è quello che sta fermo immobile e non impara niente, ma non perché non sia intelligente: è paralizzato dalla paura. In ambulatorio tipicamente è il cane che si nasconde costantemente sotto il padrone o che vuole stare perennemente in braccio al proprietario o che messo sul tavolo da visita sta fermo immobile come una statua. Ovviamente ci sono anche cani che adottano questi comportamenti per altri motivi, non bisogna mai generalizzare troppo.

Come dicevamo, ci sono diversi gradi di sindrome da canile: si può avere il cane che riesce ad adattarsi solamente a certe persone e situazioni fino ad arrivare a cani del tutto non socializzati. Per quanto riguarda le cause, spesso riconosciamo lo sviluppo comportamentale avvenuto in un ambiente privo di stimoli, come potrebbe essere un canile, ma lo vediamo anche in cani che vivono in cascinali, in campagna o che vengono sempre tenuti in capannoni. Si può anche sviluppare una sindrome da canile in cani che ricevono sempre e solo stimoli uguali, monotoni: è il caso di cuccioli che per eccessiva ansia dei proprietari vedono sempre e solo una persona, sempre e solo donne, uomini o adulti, che vengono sempre tenuti chiusi in casa e via dicendo.

E’ assodato che lo sviluppo comportamentale, oltre ad avere una base genetica, viene pesantemente influenzato dall’ambiente, quindi se il cucciolo cresce in un ambiente del tutto privo di stimoli non riesce a sviluppare le capacità adattative ad essi, non sviluppa il comportamento di esplorazione e potrebbe sviluppare una sindrome da canile. Ciò vuol dire che i cuccioli dalle 3 settimane ai 3 mesi dovrebbero essere sottoposti a stimoli ambientali vari, ovviamente in modo graduale per non spaventarli e indurgli ansie, paure e fobie.

Cosa fare

Fondamentalmente se avete un cane che soffre di sindrome da canile, per risolvere la situazione avrete bisogno dell’aiuto di un esperto: le tecniche fai-da-te non funzionano, anche perché la maggior parte dei proprietari non ha idea di come i cani comunichino fra di loro, li umanizzano troppo e finiscono per peggiorare la situazione. Bisogna consultare un veterinario comportamentalista: nei casi più gravi, oltre alla terapia comportamentale volta a modificare il loro comportamento, probabilmente verranno associati anche dei farmaci per rendere più semplice l’apprendimento. Ma attenzione: i farmaci da soli non servono a nulla, non curano la causa, si limitano a mascherare i sintomi.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Tibbygirl

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