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Shunt portosistemico congenito nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

Oggi andremo a parlare di una malattia particolare, lo shunt portosistemico congenito nel cane e nel gatto, con particolare riferimento a cause, sintomi, diagnosi e terapia.

Shunt portosistemico congenito nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

Prima di tutto, dobbiamo capire cosa si intende per shunt portosistemico. In pratica è una comunicazione vascolare anomala che si instaura fra il circolo portale (la vena Porta è quella che raccoglie l’80% del sangue che proviene dagli organi addominali, con lo scopo di portarlo al fegato, depurarlo dalle sostanze tossiche e rilasciare il sangue ripulito nella circolazione sistemica, tramite la vena cava) e il circolo venoso sistemico.

Ciò significa che il sangue portale, non ancora depurato dal fegato, raggiunge direttamente il circolo sistemico, con tutte le sostanze tossiche in esso contenuto. Inoltre c’è da considerare che il sangue portale trasporta al fegato il 50% dell’ossigeno necessario, quindi mancando questo ossigeno, ecco che il fegato non riesce a crescere correttamente e appare diminuito.

Cause

Fondamentalmente distinguiamo due tipi di shunt portosistemico, ognuno con le sue cause primarie:

Shunt portosistemico intraepatico (congenito)

  • Anomalia vascolare congenita, tipica dei cani di taglia grande come il Pastore Tedesco, il Labrador, il Doberman
  • Questa forma è rarissima nel gatto

Shunt portosistemico extraepatico (congenito o acquisito)

  • Anomalia vascolare congenita o acquisita, tipica dei cani di piccola taglia come il Bassotto, il Barboncino, lo Yorkshire
  • Forma più frequente nei gatti
  • La forma congenita è di solito rappresentata da un singolo vaso anomalo che collega la vena Porta al circolo sistemico
  • La forma acquisita è associata ad ipertensione portale ed è provocata da cirrosi epatica o da fibrosi

Sintomi e diagnosi

I sintomi di shunt portosistemico nel cane e nel gatto sono:

  • crescita stentata
  • perdita di peso
  • febbre
  • intolleranza ad anestetici e sedativi
  • segni di encefalopatia epatica (letargia, depressione, atassia, disorientamento, ascite, convulsioni)
  • segni gastroenterici (anoressia, pica, ptialismo soprattutto nel gatto, disfagia, vomito, diarrea)
  • segni urinari (poliuria, polidipsia, urolitiasi, disuria, pollachiuria, ematuria)

Ricordiamo poi che non è detto che i segni clinici si manifestino sempre dopo l’ingestione del pasto, potrebbero anche essere indipendenti da questo.

Per quanto riguarda la diagnosi, ci sono degli esami da fare particolari se si sospetta un caso simile, come l’ammoniemia e gli acidi biliari pre e post prandiali. E non è detto che la patologia provochi aumento delle transaminasi, visto che si tratta di un disturbo vascolare senza danno diretto al fegato. L’ecografia può essere utile per individuare la presenza di uno shunt portosistemico, mentre la conferma si ha con la biopsia epatica.

Terapia

La terapia definitiva dello shunt portosistemico è la chirurgia, con la legatura del vaso anomalo, opzione fattibile solamente se il circolo venoso portale intraepatico è in grado di sopportare il giusto flusso ematico. Si tratta di un intervento particolare e difficoltoso, da fare preferibilmente in Università o nelle cliniche specializzate.

La terapia medica è solamente un palliativo, a lungo termine se non si effettua la chirurgia la situazione peggiorerà. Si attua una dieta con proteine controllate, preferibili quelle vegetali o i latticini; si somministra lattulosio per ridurre l’assorbimento delle sostanze tossiche; si somministrano antibiotici per le alterazioni della flora batterica; si attua una terapia di sostegno.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Waikikiweekly

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