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Seveso: cuccioli di Dogo Argentino abbandonati nella spazzatura

Andiamo a Seveso per una storia di maltrattamento animale: cuccioli denutriti di Dogo Argentino sono stati abbandonati nella spazzatura.

Seveso: cuccioli di Dogo Argentino abbandonati nella spazzatura

Una brutta storia di maltrattamento animale arriva da Seveso. Qui dei cuccioli di Dogo Argentino malnutriti e in pessime condizioni, sono stati buttati in due sacchi della spazzatura vicino al fiume. Giorgio Riva, presidente Enpa di Monza e Brianza, ha parlato di una vigliaccata mai vista. I cuccioli erano in condizioni di denutrizione e sanitarie non descrivibili. Uno, purtroppo, è morto subito, l’altro poco dopo nonostante una volontaria abbia trascorso tutta la notte a curarlo. Gli altri sei cuccioli sopravvissuti si trovano nel canile gestito dall’Enpa.

Cuccioli di Dogo Argentino abbandonati vicino al fiume

Secondo le prime ricostruzioni, qualcuno ha messo i cuccioli di Dogo nei sacchetti della spazzatura e li ha buttati direttamente dall’auto, sperando probabilmente che finissero nell’acqua. I sacchi con i cuccioli, invece, sono rimasti a riva. Un passante che transitava di lì ha sentito degli uggiolii ed ecco che subito sono partiti i soccorsi.

Ovviamente la notizia ha ormai fatto il giro del web e sono arrivate già numerose richieste di adozione, sia dall’Italia che dall’estero. A questo proposito, però, vogliamo darvi un consiglio: la solidarietà è sempre una buona cosa, ma se fatta con criterio. Capiamo che l’onda emotiva del momento spinga a proporsi come adottanti, ma vi ricordiamo che il Dogo Argentino è un cane dal carattere particolare e dall’indole molto forte. non è una razza adatta a tutti, soprattutto a principianti o a coloro che non hanno mai gestito razze simili.

La stessa Enpa di Monza e Brianza ha ribadito che il Dogo Argentino non è un cane di facile gestione se non si è esperti. L’invito è quello di non intasare i canali di informazione con ulteriori richieste di adozione. Il Dogo è un cane di taglia grande, raggiunge i 40-45 kg da adulto ed è una razza nata per la caccia al cinghiale e al puma. Ha quindi un’indole forte, motivo per cui verranno valutati solamente affidi consapevoli a persone che sappiano davvero cosa vuol dire adottare un cane di questa razza.

Detto questo, Riva ha spiegato che i cuccioli sopravvissuti hanno bisogno al momento di cure e assistenza. Questo significa che  trascorrerà del tempo prima che possano essere dati in adozione. Secondo quanto riferito dal veterinario che li ha visitati, i cuccioli hanno un’età stimata di due mesi e mezzo, ma sono così denutriti che il loro peso è quello di un cucciolo di un mese.

Il presidente dell’Enpa non si capacita di come sia potuto accadere. È a conoscenza, purtroppo, dell’usanza barbara di annegare i cuccioli appena nati, ma qui c’è qualcuno che ha fatto partorire la madre, li ha fatti allattare e poi ha cercato di annegarli una volta cresciuti. E c’è preoccupazione anche per la madre dei cuccioli: chissà in quali condizioni è tenuta?

Al momento i sei cuccioli sopravvissuti sembra stiano bene, ma non possono ancora essere dichiarati fuori pericolo. A causa delle cattive condizioni in cui versano, non può essere attivata la profilassi vaccinale e per questo motivo sono tenuti in isolamento: se uno ha una malattia infettiva in incubazione, l’attaccherebbe a tutti gli altri.

Ovviamente sono partite le indagini per scoprire chi abbia abbandonato i cuccioli: si ipotizzano i reati penali di maltrattamento e abbandono di animali.

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Via | La Stampa

Foto di joseltr da Pixabay

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