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Se non sei gattara non puoi dare da mangiare ai gatti di strada

Brutte notizie per i sardi che vogliono prendersi cura dei randagi, leggete e diteci la vostra!

Se non sei gattara non puoi dare da mangiare ai gatti di strada

Siete gattare? Benissimo! Se siete gattare, in Sardegna, allora potete sfamare i mici randagi a Cagliari. Ovviamente avete il certificato di “gattara” rilasciato dalla ASL locale, vero? Come? non l’avete? beh, allora esimetevi da qualsiasi buona azione caritatevole nei confronti di mici (e cani) meno fortunati se non volete incorrere in una sanzione amministrativa che può raggiungere la bellezza di cinquecento euro. Secondo la nuova delibera del Consiglio comunale del capoluogo sardo:

A tutela della salute e del benessere degli animali, non è consentito alimentare i gatti a chi non sia in possesso della qualifica di gattaio o gattaia rilasciata dall’Asl.

Ergo, significa che possono essere sfamati solamente i gatti appartenenti a colonie feline riconosciute e registrate presso l’azienda sanitaria locale. Tutto questo si traduce, brevemente in: lasciate i gatti randagi al loro destino (se non volete beccarvi la multa!). Ha del paradossale la prima parte della delibera dove di parla di “tutela della salute e del benessere degli animali” e, soprattutto, in un’isola dove il lato turistico fa molto per diventare più “Pet Friendly” e attirare così nuovi turisti accompagnati dai relativi pets.

Tutto questo non ha lasciato indifferenti i nostri amici sardi. Il sindaco Zedda, in campagna elettorale, aveva promesso un’attenzione speciale per cani e gatti randagi ma, purtroppo, questa attenzione è arrivata in maniera del tutto opposta alle aspettative. Nico Selis, un docente universitario che da anni si prende cura (a proprie spese) di molti animali randagi reclama:

si vede subito come sia improntato agli schemi di una rozza sociologia, da una parte gli animali di proprietà, che possono e devono essere tutelati. Dall’altra parte i gatti randagi per i quali non ci sono né casa, né cura, né acqua, né cibo. Questi ultimi vanno ignorati, dimenticati, abbandonati.

E ancora:

Siamo così pervenuti ad una forma di patologia dell’atto amministrativo e del collegio che lo ha adottato, perché solo l’alzheimer, anche se solo un alzheimer di tipo burocratico ed amministrativo, può spiegare un tale abominio. Mi sembra di poter dire che la giunta Zedda è impegnata al massimo per rendere storti sia i nostri diritti sia i diritti degli animali randagi. Gandhi diceva che la civiltà di un popolo non si misura dal progresso tecnico ma da come esso tratta gli animali. Se questa è l’unità di misura, allora procedendo dal caso in oggetto si deve concludere che la giunta comunale di Cagliari è ancora…all’età delle caverne”

Via| La Nuova Sardegna
Foto|Flickr

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