Scompenso cardiaco e variazioni del clima: c’è correlazione?
Le variazioni climatiche e di temperatura possono provocare l'insorgere di uno scompenso cardiaco? Ecco i risultati di uno studio.
Si pensa sempre che le variazioni climatiche e di temperature possano favorire l’insorgere dello scompenso cardiaco. Ed è un dato di fatto che il caldo non aiuta i cardiopatici. Ma è davvero così? Uno studio ha tentato di capire se questa correlazione potesse esistere anche nei cani con insufficienza cardiaca, ma i risultati ottenuti potrebbero sorprendervi. Ecco cosa è emerso dallo studio dal titolo “Effect of temperature variation on hospital admissions and outcomes in dogs with myxomatous mitral valve disease and new onset pulmonary edema”, Guglielmini C, et al. PLoS One. 2020 Jan 14;15(1).
Scompenso cardiaco e variazioni climatiche non sono legati
Come spesso accade in questi casi, la ricerca in questione è stata uno studio retrospettivo. Sono state esaminate le cartelle cliniche di cani con insufficienza cardiaca da degenerazione mixomatosa della valvola mitralica visitati al momento del primo scompenso cardiaco, cioè nel momento in cui i cani avevano sviluppato edema polmonare.
Lo studio ha preso in esame le temperature medie e massime nelle due settimane prima che il cane manifestasse i sintomi. Si è così visto che non c’era nessuna differenza basata sulle temperature: scompensavano sia cani che erano vissuti in un clima con temperature medie, sia cani che erano vissuti in un clima con temperature più calde. Anzi, pareva che i cani che mostravano edema polmonare durante le giornate con temperature normali avevano tempi di sopravvivenza minori rispetto ai cani che scompensavano quando faceva più calda. Però analizzando meglio i dati, non si evidenziava nessun effetto particolare della temperatura sui tempi di sopravvivenza.
Cosa vuol dire?
Lo studio in questione non è riuscito in nessun modo a dimostrare che la temperatura ambientale possa influire sulla comparsa di uno scompenso cardiaco in cani che soffrivano di insufficienza cardiaca da degenerazione della valvola mitralica. Il che è strano perché, spesso, nella pratica clinica i cani cardiopatici tendono a scompensare nella stagione più calda. C’è anche da dire che, come spesso accade con gli studi in medicina veterinaria, il campione preso in esame è alquanto ristretto rispetto a quanto accade in medicina umana dove ci sono molti più casi documentati.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Via | Journal.plos.one
Foto di Rebecca Schönbrodt-Rühl da Pixabay