Rapace nato in cattività: veterinari si travestono per evitare l’imprinting
Cucciolo di rapace nasce in cattività, e i veterinari lo nutrono usando un fantoccio.
Nei giorni scorsi i membri del Parco Natura Viva di Bussolengo, a Verona, hanno pubblicato un video tenerissimo.
Protagonista del video è un rapace, e più esattamente una gipetina, ovvero un cucciolo di gipeto. La piccola è nata in un’incubatrice lo scorso 8 Marzo, e sin da allora i veterinari si sono presi cura di lei. Per evitare che l’animale potesse avere un imprinting con le persone però, i medici hanno dovuto usare un fantoccio che somigliasse esattamente alla sua mamma.
L’imprinting sull’uomo potrebbe infatti compromettere la sicurezza di questo animale in natura. Coprendo il volto con un saio marrone, lo staff ha dunque utilizzato questo travestimento per nutrire il piccolo di gipeto, che come potete vedere nel video sta crescendo molto bene. La piccola viene nutrita dai suoi amici umani, i quali devono rimanere in assoluto silenzio, come ha spiegato Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco:
Abbiamo allestito un set di allevamento vero e proprio seguendo le indicazioni della Vulture Conservation Foundation. In silenzio assoluto e coperti integralmente da un saio marrone che lasciava spazio solo agli occhi, offrivamo cibo alla piccola tramite un fantoccio da indossare al braccio che riproduce le esatte fattezze del volto di mamma gipeto. Il suo becco finto prelevava pezzettini di carne da una ciotola e li porgeva alla piccola che rispondeva davvero bene, pigolando e riconoscendo la sua mamma-fantoccio, la quale veniva lasciata di fronte a lei in maniera permanente.
La liberazione in natura dell’animale dovrebbe avvenire fra alcuni mesi in Francia, tra gli altipiani e le gole del Parco Regionale Des Grand Causses. Fino ad allora lo staff dell’oasi si prenderà cura del rapace. Intanto, la piccola di gipeto è stata sistemata dai suoi genitori adottivi all’interno di una voliera, da dove può anche vedere la sua vera mamma, Julia.
via | La Stampa