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Ragadi anali nel gatto, i sintomi per riconoscerle e come curarle

Cosa sono le ragadi anali? Ecco come riconoscerle in un gatto e come curarle.

Ragadi anali nel gatto, i sintomi per riconoscerle e come curarle

Le ragadi anali sono lacerazioni del tessuto anale che non si rimarginano dopo la defecazione. Piccole lesioni nell’area perianale sono comuni a causa di attacchi di diarrea improvvisa, feci troppo dure, diarrea cronica ma quando non si rimarginano possono costituire un problema e portare alla perdita di sangue (non mischiato alle feci e di un colore rosso vivo). Nel gatto le ragadi provocano infiammazione ed irritazione nella zona anale, compreso il retto e l’area perianale. Possono insorgere nei gatti indifferentemente dalla razza ed essendo il loro decorso doloroso e progressivo (il problema peggiora e si estende con il passare del tempo), dev’essere trattato il prima possibile per evitare che il micio soffra durante l’evacuazione.

Il padrone di un gatto può accorgersi della presenza delle ragadi anali quando nota perdite di sangue, diarrea, mancanza di appetito, perdita di peso, costipazione, ulcere nella zona perianale (dai genitali all’ano) ed incontinenza fecale. Quando si notano questi sintomi bisogna portare immediatamente il gatto dal veterinario per la diagnosi e la prescrizione della cura adeguata.

Il veterinario interviene direttamente in ambulatorio, a volte con l’applicazione di impacchi caldi nella zona infiammata. A casa bisogna assicurarsi che l’area sia sempre pulita ed eventualmente modificare la dieta del gatto. Bisogna infatti aumentare l’apporto di fibre che permettono di ammorbidire le feci e provocare così meno dolore al micio quando evacua. A questo scopo si può provare anche ad aggiungere degli emollienti nel cibo.

Importante che il gatto svolga esercizio fisico con regolarità per stimolare il transito intestinale e non soffrire di diarrea o costipazione che aggravano il problema. Il veterinario può prescrivere una crema o un gel a base di argento colloidale ad uso topico, degli antinfiammatori ed optare per un intervento chirurgico nei casi gravi per asportare il tessuto infiammato e danneggiato.

Via | Health-enz; Petmd
Foto | Flickr

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