Quando un cane sopravvive alla guerra ma non alla cattiva burocrazia
Evidentemente quando il destino chiama non c’è niente da fare. Target era una femmina di cane meticcio. Era un eroe tra i marines di base in Afghanistan perché era la prima ad avventurarsi sui campi minati, a fiutare gli esplosivi sepolti sotto la terra e ad indicare una strada sicura ai soldati. Target era stata […]
Evidentemente quando il destino chiama non c’è niente da fare. Target era una femmina di cane meticcio. Era un eroe tra i marines di base in Afghanistan perché era la prima ad avventurarsi sui campi minati, a fiutare gli esplosivi sepolti sotto la terra e ad indicare una strada sicura ai soldati. Target era stata portata in Arizona dal sergente Young che l’a voluta a casa con se. Per farvi capire il coraggio di Target vi basti sapere che una volta ha scoperto ed affrontato un kamikaze salvando la vita a decine di uomini.
La vita di Target è finita non sul campo di guerra ma in un comunissimo canile americano. Sapete della pessima legge americana che permette di sopprimere i cani senza padrone e per i quali non vi sia una famiglia adottante. Target, un giorno, è uscita in strada. Come un comune cane randagio è stata accalappiata e portata al canile. Il sergente Young ha commesso l’imperdonabile errore di non mettere al suo cane né un collare con la medaglietta né un microchip (peraltro non obbligatorio negli USA). Un impiegato ha seguito erroneamente la terribile procedura mettendo fine alla vita di Target. L’America intera si è fortemente indignata per questo fattaccio e il responsabile del gesto è stato sospeso. Ricordatevi bene: sempre microchip e collare con medaglietta identificativa!
Via| Corriere.it
Foto| Flickr