Profumi per cani e gatti: una moda non troppo sana
I profumi per cani e gatti non hanno assolutamente ragione di esistere. Intanto perché se un animale è ben tenuto non puzza. In secondo luogo perché l’olfatto è per gli animali una vera e propria seconda vista: grazie a quello che “sentono” in giro si orientano, si fanno una mappa del quartiere, sanno dove abitano […]
I profumi per cani e gatti non hanno assolutamente ragione di esistere. Intanto perché se un animale è ben tenuto non puzza. In secondo luogo perché l’olfatto è per gli animali una vera e propria seconda vista: grazie a quello che “sentono” in giro si orientano, si fanno una mappa del quartiere, sanno dove abitano amici e concorrenti. Quando torniamo a casa, ci annusano e capiscono dove siamo stati e che tempo c’era fuori.
L’odore è identità, l’odore è caccia, l’odore è salvezza, territorio. Ora, magari nei quartieri “up” il profumo lo usano tutti e quindi il problema è risolto. Il nostro cane odora di violetta e mentre esce sa che il compare che profuma di gelsomino sta al numero 8 e che quello che usa il muschio sta al 17. Chissà se c’è anche una au de toilette scadente per i cani e i gatti meno abbienti.
Va bene, sono proprio di parte. L’uso del profumo per cani e gatti, come di molti altri cosmetici, ci dice che il padrone di quell’animale lo sta “usando” per colmare dei vuoti personali. Poiché a cinquant’anni non si può andare in giro con un bambolotto, è disdicevole, ci si porta in giro il cane profumato. Ci credo che poi, per necessità, si formino degli psicologi per il mondo animale.
Foto | Flickr