Petsblog Animali domestici Avvelenamento da piombo nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Avvelenamento da piombo nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Oggi andremo a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia dell’avvelenamento da piombo nel cane e nel gatto.

Avvelenamento da piombo nel cane e gatto: cause, sintomi e terapia

Avvelenamento da piombo nel cane e nel gatto – Prima di andate a vedere le principali cause, sintomi, diagnosi, terapia e prognosi dell’avvelenamento da piombo nel cane e nel gatto, andiamo a dare un’occhiata a che cos’è il piombo. Si tratta di un metallo pesante il cui simbolo chimico è Pb: si trova sia sotto forma di sali che sotto forma metallica. Potete trovare il piombo per esempio nelle vecchie vernici o nei prodotti utilizzati per il decoupage o la pittura, nelle batterie, nelle palline da golf, nel linoleum, nelle tegole o anche negli oli che vengono normalmente usati nei motori che vanno a benzina.

Cause e sintomi

L’avvelenamento da piombo, anche chiamato saturnismo, si ha per diversi motivi nei nostri animali domestici:

  • leccatura di vernici contenenti piombo
  • ingestione di cibi conservati in recipienti che contengono piombo
  • ingestione di acqua trasportata da condutture che contengono piombo. In questo caso è il rivestimento che a lungo andare si danneggia e rilascia piombo
  • ingestione di vegetali che sono cresciuti in campi contaminati da piombo
  • leccamento di oli da motore
  • ingestione di batterie
  • leccamento di carte da parati in cui sia stato usato del piombo
  • inquinamento atmosferico

Senza scendere troppo nel dettaglio, in linea generale il piombo blocca la sintesi dell’emoglobina e la maturazione dei globuli rossi. Questo significa che gli eritrociti si rompono più facilmente e trasportano meno ossigeno. A dosi elevate, l’avvelenamento da piombo provoca edema cerebrale e danni al sistema nervoso centrale. La dose letale nel cane, dopo esposizione singola, è di 800-1000 mg/kg.

Per quanto riguarda i sintomi dell’avvelenamento acuto da piombo nel cane, abbiamo:

  • anoressia
  • vomito
  • diarrea
  • forti dolori addominali
  • addome teso
  • convulsioni
  • movimento di maneggio
  • opistotono
  • ipereccitabilità
  • digrignamento dei denti con vocalizzazioni
  • paresi e paralisi

L’avvelenamento cronico da piombo, invece, è più raro nei nostri animali da compagnia e la sua evoluzione è estremamente lenta:

  • anoressia
  • diarrea o stipsi
  • diminuzione di peso
  • meteorismo
  • dolori addominali

Diagnosi e terapia

La diagnosi di avvelenamento da piombo richiede diverse analisi. Spesso l’emocromo è normale, ma si trovano eritroblasti nucleati senza reticolociti. L’anemia compare solamente nei casi di intossicazione cronica. Talvolta compaiono granulazioni tossiche nei globuli rossi. Bisogna effettuare un esame del sangue per cercare il piombo sul sangue intero: livelli maggiori di 0.6 ppm sono diagnostici, mentre fra 0.35 e 0.6 lo sono solamente se ci sono i sintomi. Occhio poi che sono frequenti i falsi negativi, quindi non è una diagnosi semplice da emettere. A livello delle urine si evidenziano proteine, glucosio e cilindri ialini o granulari a causa del danno renale. Si possono anche valutare i livelli di piombo urinari ed effettuare un esame istologico dei tessuti epatici o renali.

La terapia richiede l’uso di dimercaprolo, Ca EDTA, integrazione con lo zinco, antibiotici a largo spettro (il piombo provoca immunodepressione), dieta specifica per il fegato e epatoprotettori per trattare l’insufficienza epatica e stimolanti cardio-respiratori se necessari. Per quanto riguarda la prognosi, se si riesce a diagnosticarlo per tempo si può agire, a patto che non ci siano già gravi danni sistemici o neurologici.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Mirko Rivola

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