San Francesco e gli animali: un rapporto di rispetto e armonia
San Francesco è il protettore degli animali, ricordiamo la sua storia del santo che parlava agli animali, con una riflessione su San Francesco patrono d’Italia.
Come sappiamo, si celebra oggi la dodicesima Giornata degli Animali, in occasione della festa di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e degli animali.
La vita di Francesco d’Assisi la conosciamo tutti per sommi capi (ma se volete approfondirla, su Booksblog vi consigliamo cinque libri molto interessanti sull’Assisiate). Ecco come la sintetizza il sito Santi e Beati:
Francesco nacque ad Assisi nel 1181, nel pieno del fermento dell’età comunale. Figlio di mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Di qui la partecipazione alla guerra contro Perugia e il tentativo di avviarsi verso la Puglia per partecipare alla crociata. Il suo viaggio, tuttavia, fu interrotto da una voce divina che lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì: abbandonati la famiglia e gli amici, condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. Nel 1209, in seguito a nuova ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città mentre si univano a lui i primi discepoli insieme ai quali si recò a Roma per avere dal Papa l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia e dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava frati, fratelli. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al secondo ordine francescano, e fondò un terzo ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1228. Francesco è una delle grandi figure dell’umanità che parla a ogni generazione.
San Francesco protettore degli animali
La tradizione vuole che Francesco abbia avuto un rapporto particolare con gli animali e si tramandano i suoi giochi e le sue preghiere con gli animali e con gli uccelli in particolare. Ci si muove nel campo della leggenda che, comunque, si basa sempre su un qualche cosa di reale. A proposito della predica agli uccelli, questa è una delle versioni:
San Francesco si recava un giorno, con alcuni frati, a Bevagna, cittadina dell’Umbria. Lungo la strada, alzando gli occhi, vide che su alcuni alberi era una grande quantità d’uccelli. Aspettatemi qui, disse ai compagni, io andrò a predicare a questi nostri fratelli. Ed entrato nel campo incominciò a predicare agli uccellini che, scesi dagli alberi, si erano raccolti attorno a lui. E finché S. Francesco parlò, essi stettero sempre fermi, senza fare il minimo movimento. “Fratelli miei –, disse loro il Santo, – voi dovete molta riconoscenza a Dio creatore, perché vi ha dato il grande dono di volare nell’aria. Voi non seminate, non mietete, eppure Dio vi nutre e vi da fiumi e fontane per bere. Voi non sapete filare e tessere, eppure Dio veste Voi e i vostri figliuoli col più morbido e grazioso dei vestitini di penne e piume”. Mentre S. Francesco parlava, tutti gli uccellini aprivano i loro becchi, stendevano i colli, aprivano le ali, chinavano reverentemente le testoline sino a terra e dimostravano insomma, con i loro atti di ascoltare, d’intendere e d’approvare le parole del Santo.
Francesco non è un vero e proprio “ecologista ante litteram”, come qualcuno vorrebbe esagerando e forzando la storia del santo. In lui l’amore per la natura, che è comunque una costante dopo la sua conversione, è sempre mediato dalla presenza del Ministero.
E prosegue:
“Questa bella d’erbe famiglia e d’animali” non è un assoluto superiore all’uomo o un orizzonte fine a se stesso, ma il riflesso di quell’armonia e quel rispetto che furono gli archetipi della sua vita, fino a quella notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226, quando la sua anima salì a Lui, all’età di quarantaquattro anni.
Al di là dei fioretti e delle leggende, però, rimane un dato di fatto: Francesco ha vissuto una vita in armonia e nel rispetto di ogni essere vivente. Se anche noi, oggi, riuscissimo a vivere una vita siffatta, senza dubbio tutto il mondo ne trarrebbe giovamento.