Daniza, storia di un destino già scritto
La triste fine dell'orsa Daniza si poteva e doveva evitare. Ci sono stati errori ed omissioni inaccettabili per una Paese che si ostina a definirsi "civile"
Ieri, come saprete, è scomparsa l’orsa Daniza. Fonti ufficiali hanno dichiarato che
In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa, che tuttavia non è sopravvissuta
In molti si sono, però, indignati per queste parole. Ci si domanda quanto sia “casuale” questo avvenimento. Un orso come Daniza era conosciuto e monitorato dalle autorità competenti e che, quindi, si conoscevano perfettamente le sue condizioni di salute e, soprattutto, il suo peso (cosa fondamentale per valutare l’esatta quantità di sedativo da utilizzare). Pur consapevoli dei potenziali rischi di una narcosi, i dubbi rimangono e sono sempre più forti. Sui social network vengono ventilate da più fronti svariate ipotesi tra le quali quella che la morte di Daniza fosse già stata da tempo decisa e poi si fosse parlato di cattura solo per calmare le acque e che la quantità di sedativo sia stata appositamente sovrastimata per farlo sembrare un incidente, cosa che verrà (si spera) stabilita dall’autopsia.
Intanto le associazioni animaliste principali come OIPA. LAV ed ENPA hanno già dichiarato di voler fare luce su quanto successo all’orsa. Carla Rocchi, presidente ENPA, ha dichiarato:
Chi a vario titolo è coinvolto nell’animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni tranquilli. Questo per noi e per tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell’orsa è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finché Daniza non avrà giustizia.
Anche WWF Italia ha diffuso un comunicato nel quale si chiede estrema chiarezza riguardo l’accaduto facendo presente che quanto successo a Daniza non è una novità per la Provincia di Trento.
Il WWF ribadisce il proprio dissenso per la decisione infausta di catturare un esemplare come Daniza per la quale non sussistevano le condizioni di pericolosità a cui si era appellata la Ordinanza della Provincia […]. Purtroppo è già il secondo esemplare di orso bruno che muore durante le fasi di cattura e narcosi operate dai tecnici della provincia di Trento e pertanto è necessaria una dovuta verifica sulle capacità e l’operato per verificare se si sia trattato dell’ennesimo evento casuale o ci sia imperizia anche solo nella scelta del prodotto e del momento in cui procedere.
Anche la FNOVI (la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Veterinari Italiani) vuole fare estrema chiarezza su quanto accaduto perché le modalità di “cattura” possono gettare cattiva luce anche su tutti quei veterinari che con passione e dedizione si fanno in quattro per aiutare gli animali. Tramite il Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Trento ha diffuso un comunicato stampa dove si chiede :
Ci sono diverse questioni che rimarranno sempre in sospeso. Uno scriteriato cercatore di funghi ha decretato, con un’azione stupida, la morte di un orso e probabilmente quella dei suoi due cuccioli, abbandonati nei boschi e senza la loro mamma. La Provincia di Trento continuerà a prendere i soldi dall’UE per il progetto di convivenza tra orsi e uomini nonostante la pessima e scellerata gestione del “caso Daniza”. Il ministro dell’Ambiente se ne è lavato completamente le mani pur sapendo che gli orsi sono una specie protetta. Tutte le istituzioni hanno deliberatamente ignorato le oltre settantamila richieste di non perseguire Daniza. Tutto questo mi lascia, personalmente, una grandissima sfiducia verso le istituzioni e il tristissimo pensiero che, per colpa di uno stupido essere umano, una mamma è stata uccisa.