In Italia la Ricetta Elettronica per i farmaci veterinari
Siete tutti pronti per la Ricetta Elettronica Veterinaria? Qualche problema c'è ancora.
Dal 1 gennaio 2019 diventerà obbligatoria qui in Italia la Ricetta Elettronica Veterinaria (salvo ulteriori proroghe). Si tratta di un nuovo provvedimento voluto dal Ministero della Salute per tenere una più precisa tracciabilità dei farmaci e delle terapie destinati sia agli animali da reddito sia agli animali da compagnia. Tale Ricetta Elettronica Veterinaria permetterà un controllo totale sulla produzione, la vendita, la distribuzione e l’uso dei farmaci veterinari, così come dichiarato durante il recente convegno “Uomo ed animali, un’unica salute” organizzato a Cremona da Aisa-Federchimica.
Tale necessità nasce da direttive europee volte a contrastare l’antibiotico-resistenza e l’utilizzo indiscriminato di antibiotici (il che potrebbe generare qualche perplessità: se la motivazione ufficiale è contrastare l’antibiotico-resistenza, perché non rendere la Ricetta Elettronica obbligatoria per i soli antibiotici? Invece è stata resa obbligatoria per tutti i farmaci e integratori, ad esclusione degli stupefacenti: per loro rimarrà in uso la ricetta cartacea).
La Ricetta Elettronica Veterinaria: la parla all’Aisa
Arianna Bolla, presidente dell’Aisa, ha così spiegato: “Oltre alla possibilità di una tracciabilità completa del farmaco, avremo completa disponibilità di informazione sull’uso antibiotico, compreso il consumo per specie animale: particolare non da poco, perché a partire dalle caratteristiche del consumo per specie si potranno avviare maggiori controlli, più mirati, ma soprattutto maggiore formazione agli allevatori e ai veterinari. Tutte misure per allevare animali più sani”.
In realtà, grazie all’aumento dell’uso dei vaccini, il consumo di antibiotici animali è diminuito del 30%. In Italia, per esempio, da dicembre 2013 a giugno 2018 le vendite di vaccini e sieri sono aumentate del 25%. Particolarmente problematici risultano l’uso di antibiotici come le polimixine, i chinoloni, i fluorochinoloni e le cefalosporine di terza e quarta generazione.
Sempre Arianna Bolla spiega quale sia il problema: “Il problema non è il residuo, come erroneamente si ritiene, ma l’antibiotico resistenza. Il timore del residuo è frutto della disinformazione perché ogni farmaco, in medicina veterinaria, viene registrato effettuando studi sui tempi di attesa o sospensione, cioè sul tempo che deve intercorrere tra l’ultima somministrazione di un medicinale e il momento della macellazione dell’animale”. E ancora: “Il vero problema è l’antibiotico resistenza, che si sviluppa negli esseri umani consumatori di carne: i medici ci dicono che sempre più spesso si imbattono in batteri resistenti. I più pericolosi, però, non arrivano dalla veterinaria”.
Ricetta Elettronica Veterinaria: possibili problemi
Ci potrebbero essere dei problemi con la Ricetta Elettronica Veterinaria? Purtroppo sì. Prima di tutto, considerate che l’Italia sarà apripista di questa novità, con tutti i problemi di gestione che questo comporta. Quali? Beh, mancano due mesi alla REV e molte strutture veterinarie ancora non hanno il necessario codice identificativo che l’ASUR deve rilasciare loro. Perché? Perché ci sono stati ritardi con i codici identificativi degli allevamenti, quindi le ASUR si sono trovate ingolfate di richieste.
Altro problema: molti veterinari non sono ancora riusciti a farsi rilasciare le credenziali per poter accedere al portale che permetterà di creare le Ricette Elettroniche, questo nonostante la richiesta risalga a mesi fa. Perché? Sempre per motivi organizzativi: l’enormità di richieste ricevute tutte insieme ha fatto sì che la burocrazia italiana si inceppasse come al solito. E questo quando mancano solo due mesi all’obbligatorietà.
Considerate poi che la piattaforma per creare la Ricetta Elettronica Veterinaria è stata studiata malissimo: è lenta, indaginosa, con mille caselle da flaggare, se scrivi una virgola fuori posto si blocca subito e con fastidiosi menu a tendina che si aprono di continuo, bloccando e rallentando la digitazione. Qui il problema è di chi ha creato questo sistema. Già adesso che non è ancora attiva la REV e che si sta solamente provando la piattaforma si blocca, figuratevi cosa accadrà dal 1 gennaio quando centinaia di veterinari caricheranno tutti insieme le ricette. Succederà che i server rallenteranno ancora di più, bloccando il sistema.
Problemi anche dal punto di vista delle farmacie: dovranno avere anche loro un programma per accedere a tale REV, con accrediti, ma che io sappia non ancora tutte le farmacie sono riuscite ad avere tali accrediti.
Aggiungete a tutto il fatto che dal 1 gennaio 2019 arriverà l’obbligatorietà anche della Fattura Elettronica Veterinaria, anche fra privati. Il che vuol dire che la fattura verrà direttamente caricata sul sito delle Agenzie delle Entrate. La fattura verrà così inviata al proprietario:
- tramite PEC se il proprietario ha la PEC e se la comunica al veterinario nel momento dell’emissione della fattura
- sulla sua pagina personale nel portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate. Per fare questo il veterinario dovrà inserire il codice a sette cifre che tale portale rilascerà, su richiesta, ad ogni singolo proprietario (quindi portatevelo dietro)
- nel caso il suddetto proprietario non abbia tale codice, il veterinario dovrà inserire un codice composto da sette 0 e il proprietario si ritroverà la fattura nella sua pagina personale sul sito dell’Agenzia delle Entrate
Ricetta Elettronica Veterinaria: cosa cambia per il proprietario?
E non pensiate che la Ricetta Elettronica Veterinaria non comporti dei cambiamenti anche per il proprietario:
- la Ricetta Elettronica Veterinaria potrà essere fatta solamente a chi porta l’animale a visita, non potrà più essere intestata allo zio che scarica, alla madre, alla nonna…
- il motivo per cui la REV dovrà essere intestata solamente a chi porta l’animale a visita è che la Ricetta Elettronica Veterinaria dovrà essere a pagamento. Mi spiego meglio: in realtà, per il fisco, la ricetta è sempre stata un atto medico e, in quanto tale, soggetta a pagamento con relativa fattura (per il fisco, infatti, non esistono prestazioni lavorative non a pagamento). Tuttavia, finora, i veterinari, per cortesia, ai clienti conosciuti non l’hanno mai fatta pagare. Ma dal 1 gennaio 2019 non si potrà più fare tale cortesia: per il fisco, ad ogni singola Ricetta Elettronica Emessa dovrà corrispondere una fattura. Il che vuol dire che se la ricetta elettronica ricade all’interno di una serie di visite, esami o chirurgia verrà conteggiata nell’insieme (ma nella fattura dovrà essere indicata la voce Ricetta). Se però andate dal veterinario, senza animale, per farvi fare la ricetta di questo o quel farmaco, di questo o quell’integratore, ecco che quella ricetta andrà pagata e fatturata: dall’ambulatorio non potrà uscire ricetta che non sia stata pagata e fatturata. Per gli animali sotto terapia cronica, nella ricetta è prevista la selezione di una voce che rende la ricetta ripetibile per un tot di volte, in modo da non dover ogni volta rifare la ricetta da capo e pagarla. Finito il tot di volte, dovrete fare una nuova ricetta
- ciò vuol anche dire che le fatture veterinarie andranno fatte solamente a chi porta a visita l’animale. Cosa che, in teoria, bisognava fare anche prima, solo che per cortesia si è sempre cercato di intestarle a chi poteva scaricare le spese veterinarie. Da adesso non si potrà più
- se avete un cane, sulla REV andrà indicato il numero di microchip del cane. Se non avete il cane dietro o il libretto, il veterinario non potrà inserirlo. Potrà farvi la ricetta comunque, ma una notifica lo inviterà a ricordarvi di mettere il microchip al cane. Dovrà inoltre segnalare sulla ricetta che non avevate il cane o il libretto sanitario con voi, perché altrimenti risulterebbe una ricetta per un cane senza microchip, con possibile segnalazione automatica all’ASUR (non da parte del veterinario, è che il sistema è automatico: tutto quello che viene scritto sulla REC, viene automaticamente segnalato all’ASUR)
- preparatevi ad un’attesa più lunga: se prima per fare una ricetta cartacea il veterinario impiegava pochi secondi, con il nuovo programma della REV ci vanno minuti. Questo perché non solo il programma è lento, ma se abitate come la sottoscritta in una zona dove la fibra è un sogno e la connessione salta ogni 5 minuti, allora scrivere una REV sarà una lunga agonia
- non sarà più possibile prescrivere farmaci ad uso umano. Che, in teoria, non era concesso neanche adesso, ma in questo modo bisognerà rispettare pedissequamente la cascata dei farmaci: se esiste una molecola registrata ad uso veterinario per la medesima patologia, anche se ce n’è un’altra in protocollo che funziona meglio, ma senza relativa specialità veterinaria, il veterinario sarà sempre obbligato a prescrivere per primo il farmaco ad uso veterinario
- non riceverete più la ricetta cartacea. I fautori della REV sostengono che in questo modo si risparmierà anche carta, ma non è proprio così: la posologia da qualche parte bisognerà pur scriverla. Questo perché con la REV, riceverete il codice identificativo della ricetta e il PIN. Con questo codice e PIN vi dovrete recare in farmacia: qui il farmacista, nel suo programma, inserirà i dati ricevuti e vi darà il farmaco corrispondente. Senza possibilità di cambiarlo: se non ha il farmaco richiesto in casa, dovrà inviare una richiesta al veterinario che ha redatto la ricetta per poter cambiare il farmaco. Solo che il veterinario non potrà stare ogni cinque secondi a controllare le notifiche ricevute, quindi in questo caso vi consigliamo di far chiamare direttamente dal farmacista il veterinario
Via | Repubblica
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