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Svezzamento gattini: quanto dura e come fare

Tutto sullo svezzamento dei gattini: le tappe principali e i consigli degli esperti per nutrire i gattini abbandonati rimasti orfani e svezzare i micini affiancati da mamma gatta.

Svezzamento gattini: quanto dura e come fare

Svezzamento gattini: che si tratti di micini con mamma gatta al loro fianco o di orfani abbandonati da tirare su con le vostre sole forze, vi sarà certamente utile conoscere le principali tappe di questo importante processo di transizione e ricevere qualche consiglio dai veterinari.

Gli esperti di Petplace ci chiariscono il concetto di svezzamento, piuttosto semplice a dire il vero. Con svezzamento si intende il passaggio del gattino dal cibo liquido (il latte materno) al cibo solido. Normalmente lo svezzamento inizia quando i gattini hanno quattro settimane di vita e dura qualche settimana, in genere tra le otto e le dodici settimane i gattini dovrebbero essere completamente indipendenti dal punto di vista nutrizionale dal latte materno.

Non separiamoli mai prima delle dodici settimane di vita da mamma gatta perché ne va del loro sviluppo sia fisico che emotivo. L’allattamento serve infatti a consolidare il rapporto del gattino con gli altri gatti, determinandone la socievolezza ed il carattere, più o meno inquieto. La presenza di mamma gatta, inoltre, permette ai gattini di apprendere per imitazione a mangiare, giocare, cacciare, provvedere all’igiene, usare la lettiera. Grazie ad uno svezzamento graduale e privo di forzature, la mamma potrà trascorrere, giorno dopo giorno, sempre più tempo lontana dai gattini, scongiureremo il rischio di ansia da separazione e di infiammazione della ghiandola mammaria.

Come procedere con lo svezzamento

svezzamento gattini: come procedere

Vediamo insieme come procedere con lo svezzamento dei gattini. Intorno alla terza settimana di vita iniziamo ad offrire al gattino cibo solido. In commercio ci sono linee dedicate allo svezzamento, ricche di nutrienti adatti alla crescita dei gattini. Possiamo optare per il cibo umido, appetitoso e ricco di acqua, o per il cibo secco, ammorbidendo qualche croccantino con un po’ di acqua per evitare risulti troppo duro per i dentini dei gattini.

A questo punto, chi ha avuto gattini sa di cosa parlo, ne vedremo delle buffe. Il gattino ovviamente sulle prime si mostrerà titubante, non di rado rigurgiterà il cibo dopo qualche boccone o lo vedremo spiaccicarsi con il musetto sul piatto o peggio inizierà a giocarci con nostro grande disappunto. Utile, a riguardo, utilizzare delle ciotole molto ampie per evitare di sporcare il pavimento ma poco profonde.

Lasciamo il cibo a disposizione dei gattini per 30 minuti circa, più volte al giorno. Se non si mostrano interessati puliamo tutto e riportiamoli da mamma gatta, non forziamoli inserendo il cibo in bocca e non immergiamo mai il musetto nella ciotola. I gattini devono conservare un ricordo positivo dei loro primi pasti per avere un rapporto naturale con il cibo, non veicolato da traumi! Puliamogli il musetto imbrattato di cibo con un panno morbido inumidito.

Gli esperti dell’ASPCA, l’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals, ci consigliano come comportarci con lo svezzamento di gattini che sono rimasti orfani. Per passare dal biberon o dalla siringa, utilizzati per nutrire i gattini abbandonati, alla ciotola di latte e successivamente al cibo solido, possiamo creare delle pappine miscelando il latte per gattini, inizialmente in proporzioni maggiori, al cibo umido fino ad ottenere un composto farinoso. Meglio non utilizzare il latte di mucca perché ad alcuni gattini provoca disturbi allo stomaco e diarrea.

Gradualmente diminuiremo la percentuale di latte aumentando le porzioni di cibo. A sei settimane il gattino dovrebbe essere in grado di mangiare cibo inumidito. Tra le otto e le dieci settimane potremo fornirgli cibo secco non inumidito senza dimenticarci di lasciare sempre a disposizione una ciotola d’acqua fresca nelle immediate vicinanze.

Foto | Effervescing Elephant; Dirigentens

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