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Cimurro nervoso nel cane: cause e patogenesi

Oggi andiamo ad indagare un aspetto particolare del cimurro nel cane: il cimurro nervoso, andando a dare uno sguardo alle cause e alla patogenesi.

Cimurro nervoso nel cane: cause e patogenesi

Lo so, di cimurro nel cane avevamo già parlato facendo una panoramica generale dell’argomento. Ma visto e considerato che si tratta di una malattia complessa e viste e considerate le numerose mail che arrivano e che riguardano soprattutto i tempi di sviluppo, il perché si manifesta così la malattia e le possibilità di guarigione dalla forma neurologica del cimurro, ecco che oggi andremo a fare un focus sul cimurro neurologico.

Perché si parla di cimurro anche se ci sono i vaccini?

Giustamente vi starete chiedendo: perché si parla ancora tanto di cimurro in Italia quando ci sono i vaccini e quindi, almeno in teoria, dovremmo essere riusciti ad eradicarlo? Beh, ci sono diversi motivi per cui il cimurro è ancora presente in Italia e non si riesce a debellarlo nella popolazione canina:

  • numerosi proprietari si ostinano a non vaccinare il proprio cane convinti che tanto lui non prenderà mai nessuna malattia. Dobbiamo ringraziare anche costoro se determinate malattie per cui esiste il vaccino continuano a manifestarsi
  • vaccinazioni non eseguite correttamente da personale qualificato aka il veterinario: qui in questa categoria finiscono tutti quei vaccini fatti direttamente a casa dai proprietari o dagli allevatori perché “Tanto che ci va a fare un’iniezione?”. Ebbene, grazie a questa filosofia si continuano a vaccinare cani non sani scatenando continuamente svariate patologie (quando il veterinario vaccina il cane prima lo visita per capire se sia in grado di sopportare il vaccino visto e considerato che si vaccinano solo gli animali sani; un allevatore o un proprietario non hanno le competenze di base per giudicare se un animale è sano ed idoneo ad un vaccino o meno). Ci aggiungo anche i piani vaccinali fatti da allevatori con la coda di paglia che vaccinano troppo presto perché sanno che nel loro allevamento girano forme virali e sono convinti che vaccinando un cucciolo prima dei 50 giorni si evitino contagi (sbagliato, a quell’età ci sono interferenze con gli anticorpi materni e il sistema immunitario del cucciolo non è in grado di reagire correttamente)
  • cuccioli provenienti dall’Est che i proprietari si ostinano a comprare perché costano poco e che stanno introducendo in Italia ceppi virali per cui i normali vaccini non riescono ad essere protettivi

Il cimurro: cause e patogenesi

Il cimurro è una malattia multisistemica provocata da un virus a RNA che appartiene alla famiglia dei Paramyxoviridae, genere Morbillivirus. Colpisce soprattutto i cani, non i gatti e non le persone, ma può essere contratto anche dai furetti, dai tassi e dai leoni. La trasmissione avviene per via diretta da un animale malato all’altro tramite via aerogena, ma occhio che il virus è presente ed infettante anche in feci e virus.

Dopo sette giorni dall’infezione, il cane comincia ad eliminare il virus per massimo 60-90 giorni: fa in tempo a contagiare tutti gli altri cani che gli stanno attorno. Dopo essere entrato nell’organismo, il virus replica prima nelle tonsille e nel tessuto linfoide dei bronchi, poi nei macrofagi, nei linfociti e infine tramite il sistema linfatico raggiunge tutti gli altri distretti dell’organismo, quindi linfonodi, milza, intestino, timo, tessuto osseo e cellule del Kuppfer del fegato.

Se vi state chiedendo perché un cane manifesti determinati sintomi, diversi da quelli di un altro paziente, ebbene sappiate che l’evoluzione dei sintomi dipende dallo stato del sistema immunitario di quel cane. Immaginiamo un cane con una risposta immunitaria debolissima, dove il virus si replica nelle cellule epiteliali e nel sistema nervoso: i sintomi cominciano dal 14esimo giorno dopo l’infezione con malattia sistemica grave e morte in 1-2 settimane dopo la comparsa dei primi sintomi (quindi 3-4 settimane dall’infezione).

Se abbiamo una discreta risposta immunitaria, la malattia potrebbe evolvere in maniera subdola e subclinica con una guarigione solo apparente. Qui il virus magari viene eliminato dagli organi, ma persiste nel sistema nervoso, negli occhi, nei cuscinetti plantari e nei polmoni: ecco spiegato perché alcuni cani sembrano guarire apparentemente e dopo qualche settimana manifestano nuovamente sintomi polmonari o neurologici.

Il cimurro neurologico

Come fa il virus del cimurro ad arrivare nel sistema nervoso centrale? Tramite due vie: il liquido cefalorachidiano e la barriera ematoencefalica. Una volta che arriva qui, infetta tutte le cellule del sistema nervoso, soprattutto neuroni, astrociti e macrofagi. I sintomi che il cimurro neurologico provoca sono provocati dalla demielinizzazione che si sviluppa durante la fase acuta. Ecco le fasi del cimurro neurologico:

  • fase acuta: quando la risposta immunitaria del cane è debole, il virus supera la barriera ematoencefalica dopo 10-14 giorni dopo l’infezione iniziale. Il virus si moltiplica nelle cellule (siamo a tre settimane dopo l’infezione iniziale) causando lesioni sia alla sostanza bianca che a quella grigia. Non tutti i soggetti sopravvivono a questa fase
  • fase cronica: coloro che sopravvivono alla fase acuta (encefalite demielinizzante acuta), sviluppano la forma cronica che si ha in corrispondenza della ripresa del sistema immunitario. Mentre la fase acuta non riconosce una forma infiammatoria, qui ecco che alle lesioni precedenti si sommano quelle infiammatorie. Siamo a distanza di 6-7 settimane dall’infezione, si ha la presenza di demielinizzazione con fenomeni immunopatologici che danneggiano ulteriormente il sistema nervoso
  • encefalite del cane anziano: in cani apparentemente guariti da giovani, una volta diventati anziani potrebbe manifestarsi questa forma di cimurro. Si tratta di una forma rara, indipendente dalle precedenti. Probabilmente il virus potrebbe rimanere quiescente per anni, salvo poi riacutizzarsi a distanza di tempo dando nuove lesioni demielinizzanti (un po’ come accade nella forma di pan encefalite sclerosante subacuta a seguito di infezioni da morbillo nell’uomo)

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Faul

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