Intervista all’adottante di un criceto e al suo piccolo roditore
Continua la nostra piccola carrellata di adottanti e adozioni: sì, perchè anche i criceti si possono adottare!
Oggi Francesca ci racconta la sua esperienza, con i piccini che ha adottato: in questi anni ho adottato due cricetini, Perlotto e, quando è mancato, Poldino, dall’associazione AIC.
-Avevi già avuto animali in passato?
Penso che sarebbe più facile chiedermi il contrario! Ho passato ogni singolo anno della mia vita a contatto con gli animali, ero ancora una pupattola di sei mesi quando i miei mi scattavano foto affianco a Charlie, il primo cane di famiglia.
-Come mai hai scelto di adottare un criceto?
Alle fine del 2008 mi sono trasferita in un’altra regione, per vivere assieme al mio fidanzato. Sentivo che la mia vita non era completa senza un animale per casa e ho pensato di iniziare questa avventura con un cricetino, animale che avevo già avuto da piccola. Non conoscevo la realtà delle adozioni, ma volevo informarmi per sapere come tenerlo al meglio. Nel giro di un mese sapevo molto su di loro e ho preso la mia prima winter white, Claire, tramite una cessione privata. Quando la piccola è mancata, oramai a conoscenza delle associazioni, ho deciso di rivolgermi a loro.
-E’ stato difficile adottare? I canoni sono troppo rigidi secondo te?
Penso che, se alla base delle intenzioni dell’adottante ci siano l’amore e il rispetto per l’animale, i canoni non saranno mai troppo rigidi. Avevo già una gabbia a norma, un buon mix di semi, un bravo veterinario specializzato in animali esotici. Nonostante conoscessi già alcune volontarie non mi sono stati fatti “sconti” per quanto riguarda moduli e domande e sono molto contenta di questo, fa capire la serietà dell’associazione e quanto amore per questi animali ci sia nell’ambito delle adozioni.
-Rispetto all’acquisto in negozio, sei stata contenta che la volontaria ti abbia dato spiegazioni su qual’è la corretta gestione per far vivere più a lungo possibile i tuoi animali?
Il contatto con la volontaria mi ha aiutata davvero molto, inoltre è stato e continua ad essere un rapporto continuativo, non si è assolutamente limitato alla sola adozione. Aggiornarla sulle condizione dei piccoli e vedere che, nonostante tutto il lavoro di volontariato che ha da svolgere, ha sempre una parola per ogni mia notizia è sempre un grande piacere, sia per me che per lei. Sapere che i piccoli che si sono salvati vivono bene, con persone che li hanno a cuore d’altronde è lo scopo di tutto questo.
– Consiglieresti l’adozione?
Assolutamente sì, adesso che conosco questa realtà sono una sostenitrice dell’adozione e cerco di sconsigliare l’acquisto in negozio ogni volta che mi capita l’occasione. L’adozione non è solo un (gran) bel gesto, è un vero e proprio stile di vita!
Ovviamente bisogna lasciare la parola anche ai cricetini!
-Come ti chiami e …ti ricordi da dove arrivi?
Perlotto: mi chiamo Perlo, per gli amici Perlotto! La mia storia è particolare, arrivo da un negozio, dove mi stavo picchiando con i miei compagni di teca. Alcune ragazze ci hanno visti e hanno deciso di portarci via da lì chiedendo la cessione mia e dei miei fratellini. Pensando che fossimo due maschi siamo stati momentaneamente sistemati insieme, ma siccome il mio compagno di teca era una “lei” abbiamo fatto i cuccioli, quindi siamo stati ceduti all’AIC e, infine, sono arrivato dalla mia mamma. La cosa simpatica è che uno dei miei fratellini è stato adottato da una ragazza che conosceva la mia mamma: il mondo è talmente piccolo! La mia mamma quindi è riuscita a restare in contatto anche con le adottanti della mia sorellina e dei miei figli!
Poldino: mi chiamo Poldino, come Perlotto arrivo dall’associazione AIC. La mia storia non è particolare come la sua: sono stato semplicemente ceduto perché chi mi ha comprato ha pensato bene di mettermi in gabbia con il mio fratellino, quindi avevamo iniziato a darcele di santa ragione, siamo infatti animali territoriali!
– Come vivi ora?
Adesso viviamo sul Ponte Arcobaleno! Abbiamo vissuto in due gabbie distinte, come ogni cricetino dovrebbe vivere. Io, Perlotto, avevo libero accesso alla stanza degli ospiti, vivevo libero di entrare e uscire dalla mia gabbia a piacimento, mentre Poldino era pigro e timido, non gli piaceva molto uscire, infatti viveva in una gabbia più grande della mia.
-Cosa fai durante il giorno?
Durante il giorno dormiamo, oh, siamo animalini notturni!
Ci piace mangiare i semini, correre sulla ruota, ci piaceva un sacco farci coccolare dalla mamma, e io, Perlotto, alzavo anche il codino se mi si grattava la schiena!
-Sei soddisfatto della tua bipede? Cosa potrebbe fare di più per te?
Tutte le bipedi possono migliorare se sottoposte alla giusta pressione psicologica! In linea di massima siamo stati fortunati, non ci ha mai fatto mancare nulla, ci viziava e ci curava quando ne avevamo bisogno. Auguriamo a tutti i nostri fratellini sfortunati di trovare una mamma come la nostra! Ps: qualche pinolo in più e qualche foto in meno comunque non guastano mai!