Iperparatiroidismo secondario o nutrizionale: cause e sintomi in cane e gatto
Dopo aver parlato di iperparatiroidismo primario, andiamo ora a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia dell’iperparatiroidismo secondario o nutrizionale del cane e del gatto.
In linea generale l’iperaparatiroidismo è definito come una disendocrinia (problema ormonale) che causa un’eccessiva produzione di paratormone o PTH a partire dalle cellule paratiroidee. Come già detto in precedenza, in realtà esistono due forme di questa patologia: l’iperparatiroidismo primario, quello di cui abbiamo parlato in un altro articolo, è provocato da un adenoma o da un carcinoma delle cellule iperparatiroidee ed è associato a ipercalcemia. Dell’iperparatiroidismo secondario parleremo invece oggi.
Cause
L’iperparatiroidismo secondario nutrizionale è una malattia metabolica che di solito colpisce cuccioli e gattini in accrescimento, alimentati con diete povere di calcio o troppo ricche di fosforo con livelli di calcio normali o bassi. Di solito questo accade quando i cuccioli o i gattini sono alimentati con diete casalinghe totalmente sbilanciate, fatte solamente di carne e frattaglie ed ecco perché si parla anche di sindrome della dieta carnea.
Questo mancato apporto di calcio provoca ipocalcemia, ecco che allora si attiva la produzione di paratormone la cui funzione è fondamentalmente quella di mobilizzare il calcio dalle ossa, farlo riassorbire a livello renale e aumentare l’escrezione del fosforo. Se questa situazione persiste, ecco che le ossa diventeranno progressivamente più deboli e si manifesteranno i sintomi.
Di solito gli animali più colpiti sono i cuccioli di grossa taglia e i gatti in accrescimento, ma occhio che può comparire anche in animali adulti alimentati male.
Sintomi e diagnosi
I sintomi dell’iperparatiroidismo nutrizionale o secondario sono:
- dolore osseo
- il cane e il gatto cercano di non muoversi
- zoppia
- fratture patologiche (anche vertebrali)
- paralisi
- addome dilatato
- caduta dei denti (di solito questo negli animali adulti)
La diagnosi è più difficile rispetto all’iperaratiroidismo primario, in quanto nella forma secondaria i livelli di calcio sono normali, al massimo si trova aumento del PTH. Tuttavia la conferma arriva in parte dall’anamnesi di una dieta squilibrata e in seconda battuta dalle radiografie che mostrano la demineralizzazione dell’osso. La diagnosi differenziale si pone nei confronti dell’ipovitaminosi D, di difetti di osteogenesi congeniti e della mucopolisaccaridosi. Negli animali adulti occhi alla forma secondaria renale di iperaparatiroidismo e alle malattie che provocano piorrea e che provocano caduta dei denti.
Terapia
La terapia dell’iperparatiroidismo secondario nutrizionale fondamentalmente si basa sulla correzione della dieta: il rapporto calcio:fosforo deve essere 1:1 o 2:1. Assolutamente vietato il fai-da-te con somministrazione di integratori di calcio prima di aver fatto esami del sangue: ho visto diversi cuccioli con reni fulminati dall’eccessiva integrazione di calcio fatta da parte di proprietari e allevatori di testa loro, senza aver prima consultato il veterinario, morti di insufficienza renale prima di arrivare a compiere i due anni.
Ovviamente se ci sono fratture ossee, andranno risolte anche quelle, ma non prima di aver risolto il problema metabolico di base e la dieta, altrimenti siamo sempre punto e a capo. Si tratta di una patologia facilmente prevenibile: basterebbe andare dal veterinario e chiedere informazioni sulla dieta più corretta del proprio pet, valutando se la dieta attuale possa andare bene o se abbia bisogno di alcune correzioni.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Hape_Gera