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Liberare gli scimpanzé riconoscendo loro lo “status di persone”

Un gruppo di avvocati statunitensi chiede il riconoscimento della libertà per quattro scimpanzé.

Liberare gli scimpanzé riconoscendo loro lo “status di persone”

scimpanzé

In questi giorni, un gruppo di avvocati americani del Nonhuman Rights Project sta intentando in vari tribunali dello Stato di New York una serie di azioni legali senza precedenti: riconoscere il diritto alla libertà fisica dei quattro scimpanzé Tommy, Kiko, Hercules e Leo.

Tommy vive all’aperto, in una gabbia di cemento, nel nord dello Stato di New York, in temperature molto più fredde di quelle che sarebbero giuste per lui. Kiko è uno scimpanzé di 26 anni, con alle spalle “la carriera di attore”; ora che però soffre di un’infezione ai timpani e ha perso la sua agilità, è tenuto in gabbia. Hercules e Leo vivono invece nella gabbia di un laboratorio che vuole determinare come camminavano i primi ominidi.

Gli avvocati che hanno preso a cuore la storia dei 4 animali sostengono che gli esseri umani non sono gli unici esseri viventi ad avere diritti: chiedono quindi che gli scimpanzé passino dallo stato giuridico di “oggetti” a quello di “persone”, e quindi entrino in possesso di alcuni diritti fondamentali, quali il diritto alla libertà e all’integrità fisica.

L’evolversi della morale, le scoperte scientifiche e la stessa esperienza umana garantiscono questi diritti anche alle “persone non-umane”. Gli scimpanzé sono autonomi, in grado cioè di essere autocoscienti e di scegliere come vivere le proprie vite.

Per questo motivo spetterebbe loro lo status giuridico di “persona” e quindi una protezione dei diritti fondamentali.

Se la libertà gli venisse riconosciuta, Tommy, Kiko, Hercules e Leo verrebbero accolti alla North American Primate Sanctuary Alliance, dove scimpanzé, bonobo, gorilla e orangotango con un passato di sperimentazioni o prigionie crudeli trovano protezione e cura.

Via | Il Messaggero
Foto | flickr

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