Avvelenamento da organofosforici in cani e gatti: cause, sintomi e terapia
Il nostro viaggio alla scoperta degli avvelenamenti più frequenti in cani e gatti ci porta a parlare oggi dell’avvelenamento da organo fosforici e carbammati: andremo a vedere fonti, cause, sintomi e terapia.
Dopo aver parlato dell’avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti o veleno per topi che dir si voglia, quello più frequente nei nostri cani e gatti, andiamo oggi a vedere un altro avvelenamento che capita abbastanza spesso: quello da organofosforici e carbammati. Andremo prima di tutto a vedere di che molecole si tratta e dove si trovano, passeremo poi ai sintomi e alla diagnosi e concluderemo con la terapia.
Fonti e cause
Gli organofosforici e i carbammati si usano normalmente come pesticidi in agricoltura, in casa, nelle industrie e anche in alcuni antiparassitari esterni in veterinaria (che io sconsiglio sempre di usare, proprio a causa dell’alto rischio di intossicazione: ci sono prodotti più nuovi, efficaci e meno rischiosi, usiamo quelli!). Di organofosforici o organofosfati esistono 13 tipi di molecole, sono molecole complesse, mentre i carbammati hanno una struttura più semplice.
Di solito i nostri pet si intossicano perché ingeriscono gli organofosforici usati come insetticidi su piante, animali, suolo, piante d’appartamento e via dicendo. Avete presente la frase “Sì. Ho messo l’insetticida sul prato, ma lì il cane non va di sicuro”, ecco, nel 99% dei casi il cane riuscirà ad ingerire l’insetticida e arrivare di corsa dal veterinario in crisi convulsiva. Se avete un giardino e siete forniti di cani e gatti, cercate altre molecole per disinfestare l’ambiente dai parassiti.
La maggior parte degli avvelenamenti avviene per ingestione accidentale dei prodotti, ma non dimentichiamo anche gli avvelenamenti da esche e l’intossicazione iatrogena (il classico fai-da-te di prodotti destinati ad altre specie e usati impropriamente in cani e gatti). Nei pet le intossicazioni più frequenti da organo fosforici sono quelli da Malathion e Diazinone, mentre da carbammati riguardano Carbaryl e Methomyl.
Sintomi e diagnosi
Quando un cane o un gatto assorbe un organo fosforico per via orale, cutanea o polmonare, ecco che queste molecole vengono metabolizzate dal fegato e escrete per via renale. A grandi linee, organofosforici e carbammati inibiscono l’enzima acetilcolinesterasi, quello che serve a distruggere l’acetilcolina, neurotrasmettitore del sistema nervoso.
L’avvelenamento da organo fosforici è acuto, i sintomi iniziano 15-60 minuti dopo l’ingestione e sono subito gravi. Tuttavia in caso di organo fosforici liposolubili, i sintomi potrebbero avere un’insorgenza ritardata, salvo poi persistere per diverse settimane.
I primi sintomi ad insorgere sono quelli muscarinici (occhio che a volte sono mascherati dalla stimolazione del sistema simpatico causata dallo stress che produce sintomi contrari, come midriasi e tachicardia):
- scialorrea
- urinazione
- lacrimazione
- diarrea
- aumento dei rumori respiratori
- bradicardia
- miosi
Poi arrivano i sintomi nicotinici (praticamente viene stimolata la muscolatura scheletrica):
- tremori
- fascicolazioni
- rigidità muscolare
- debolezza muscolare
- paralisi
Infine ci sono i sintomi relativi al sistema nervoso centrale causati dall’accumulo di acetilcolina:
- ansia
- agitazione
- iperattività
- convulsioni, soprattutto nel cane
- depressione
La morte avviene a causa di:
- ipossia, causata dalla secrezione del tratto respiratoria e dalla costrizione dei bronchioli, peggiorata dalla bradicardia
- depressione respiratoria da paralisi per stimolazione nicotinica
- paralisi respiratoria
La diagnosi si basa sulla visita clinica e sul fatto che il cane e il gatto sia venuto a contatto con la sostanza indicata. Mi raccomando, non mentite mai al veterinario in questi casi: una vostra omissione potrebbe costare la vita al vostro animale. Per la diagnosi di certezza, bisognerebbe raccogliere campioni di vomito e di feci o di fegato, cute e grasso corporeo se il paziente è morto, congelarli e inviarli all’Istituto Zooprofilattico. Ovviamente tutto ciò non serve nell’acuto dell’avvelenamento.
Terapia
L’atropina solfato è l’antidoto per gli organofosforici e i carbammati. Prima di iniziare questa terapia, si potrebbe fare una lavanda gastrica o indurre il vomito, sempre se il soggetto lo consente. Bisogna poi lavare bene il paziente se pensate che possa aver assorbito il veleno attraverso la pelle, indossando però dei guanti di protezione. Il carbone attivo serve ad evitare l’ulteriore assorbimento del prodotto. La fluido terapia evita poi la disidratazione.
Altra terapia è quella con la Pralidossima cloruro, che però funziona solo con gli organo fosforici, mentre è controindicata con i carbammati. Attenzione poi che alcuni organo fosforici causano una polineuropatia ritardata: in pratica a distanza di 1-2 settimane dopo l’avvelenamento, ecco che si può avere paraplegia, debolezza, atassia, paralisi ascendente flaccida, atrofia muscolare e morte per paralisi respiratoria.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Mrniceman