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Linfangectasia: cause, sintomi e terapia

Oggi andremo a parlare di una malattia non molto conosciuta, ma assai grave: la linfangectasia. Andiamo a scoprire che cos’è, le cause, i sintomi, la diagnosi e la terapia.

Linfangectasia: cause, sintomi e terapia

La linfangectasia è una malattia non frequente, poco conosciuta, ma che può causare seri problemi: ecco perché conviene parlarne, perché spesso ho notato che quando la si diagnostica si fa fatica a spiegarla al proprietari in quanto a differenza di altre patologie non se ne sa quasi nulla. In pratica nella linfangectasia si ha una dilatazione dei vasi linfatici con perdita della linfa all’interno dell’intestino.

Cause

La linfangectasia può essere primaria, quindi congenita o idiopatica o secondaria a malattie che alterano la funzionalità dei villi intestinali. Non vi stupirete se vi dirò che in realtà le cause della linfangectasia primaria non sono conosciute, anche se ci sono alcune razze che sono predisposte: Maltese, Yorkshire terrier, Shar-Pei e Rottweiler.

La linfangectasia secondaria invece è una sindrome secondaria a processi infiammatori (anche IBD), malattie infettive, neoplasie che provocano alterazioni dei vasi linfatici e dei villi intestinali. Quello che succede in pratica è che per questi motivi la pressione dentro ai vasi linfatici aumentano, si dilatano, ma possono farlo fino ad un certo punto, dopo di che si rompono e la linfa fuoriesce nell’intestino.

Il guaio è che la linfa fra le altre cose è ricca di proteine: in parte l’intestino riesce a riassorbirne, in parte no ed ecco che si ha ipoproteinemia (diminuzione delle proteine del sangue) il che causa edema e versamento. Inoltre la linfangectasia provoca infiammazione cronica che esita nella linfangite granulomatosa.

Sintomi e diagnosi

Fondamentalmente i sintomi principali di linfangectasia sono la diarrea e il dimagramento, abbastanza aspecifici a dire il vero. Talvolta si ha addirittura solo dimagramento. Spesso la presentazione clinica deriva più che altro dalle conseguenze dell’ipoproteinemia, quindi presenza di edema degli arti, ascite, versamento toracico con dispnea.

Quando si ha diarrea, questa può essere anche intermittente, semisolida o liquida. Talvolta si ha anche vomito, ma non sempre. Di solito il paziente che soffre di linfangectasia mangia poco, ma in rari casi si ha polifagia. A questi sintomi, poi, in caso di linfangectasia secondaria, bisogna sommare quelli della patologia primaria.

Come capirete, non è facile sospettare in prima battuta una linfangectasia se ho un cane che ha diarrea e dimagramento. Se invece ho un cane con diarrea, dimagramento e ascite, allora un campanellino d’allarme potrebbe risuonare, soprattutto se ho degli esami del sangue che confermano una ipoproteinemia in presenza di sintomi gastroenterici (dopo aver escluso patologie epatiche e renali tramite per esempio gli acidi biliari e il rapporto PU/CU). Il guaio è che la diagnosi definitiva si ha con l’esame istologico, quindi tramite biopsie. In caso di sospetto di linfangectasia, bisogna effettuare uno screening ematico completo (che potrebbe evidenziare anche ipocalcemia, ipomagnesiemia e ipocolesterolemia) e un’ecografia addominale, seguita là dove possibile da un’endoscopia con prelievi bioptici.

Terapia

Per quanto riguarda la linfangectasia secondaria, bisogna identificare e capire la causa primaria. La dieta riveste un ruolo molto importante: deve contenere proteine di alta qualità e un quantitativo minimo di grassi (evitare gli acidi grassi a catena lunga e privilegiare quelli a catena corta). Il tutto tradotto in una dieta casalinga all’inizio potrebbe voler dire somministrare riso bollito, patate e ricotta. In alternativa a quest’ultima, se ci sono problemi pregressi di intolleranza ai latticini, ecco che andrebbe bene la carne bianca di pollo o tacchino, il pesce azzurro, lo yogurt o anche l’albume d’uovo cotto. Se si opta per una dieta casalinga bisogna però integrare con le vitamine liposolubili. Se invece volete optare per una dieta commerciale, ecco che bisogna utilizzare quelle a basso contenuto di grassi, di idrolisati proteici o le classiche diete ipoallergeniche monoproteiche. Il guaio è che non spesso queste risultano essere appetibili.

Se si tratta di una forma di linfangectasia primaria, ecco che potrebbero trovare un utilizzo anche i cortisonici. La terapia antibiotica si usa per parare le infezioni batteriche secondarie, mentre in caso di diarrea tornano utili i fermenti lattici, gli addensanti, le vitamine. E tutti i vari sintomatici.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Martingarri

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