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Gattari da legare: We are family

Il contributo dei gatti all'andamento domestico.

Gattari da legare: We are family

Avete presente il dipinto “American Gothic” di Grant Wood? Bene, mettetelo da parte per qualche istante. Qualche sera fa, affacciandomi in giardino per fare la conta dei gatti e chiedere loro se potessi servire la cena, ho avuto una sorpresa: erano tutti pronti, affiancati sulla soglia, divisi in due gruppi. Al centro, l’inequivocabile spoglia terrena di un uccellino. Data la posizione della salma e quella dei vivi, ho capito subito che si trattava di un dono per noi. Che emozione! Come si è gonfiato di amore materno il mio petto! Dopo quasi due anni quei selvatici mici, dei quali sono riuscita non dico ad accarezzare, ma a toccare solo il 30%, mi hanno detto che finalmente ero una di loro, che eravamo una famiglia.

Se avessi aperto la porta-finestra e mi fossi precipitata fuori sarebbero scappati e, così, ho cominciato la solita pantomima, cercando di mostrarmi entusiasta del dono. Dono che, ovviamente, non poteva essere rimosso mentre i gatti erano ancora lì, a meno di portarlo in cucina, spennellarlo di olio e metterlo in forno. Mai mostrare disgusto verso un regalo, soprattutto così significativo. Dopo aver edotto il mio cinofilo compagno sul significato del presente, l’ho costretto a piazzarsi con me dietro la finestra. E qui torna il dipinto: sostituite alla serietà puritana dei coniugi un falsissimo sorriso in stile Joker e alla senile gracilità di lui un fisico da rugbista giovane. Togliete il forcone al rugbista e dategli una bottiglia di birra. Lei? Identica. Fatte queste sostituzioni, avrete l’immagine mia e della mia metà che, dietro il vetro di sicurezza, ringraziamo sentitamente la nostra famiglia felina.

I miei gatti non hanno fatto altro, negli ultimi 30 anni, che portarci animaletti morti di tutti i tipi, ma questi gattini così difficili da conquistare uccidevano solo per uso personale. Ovviamente, un mio pensiero va al povero uccellino che, magari, era uno di quelli che avevo contribuito a ingrassare durante le ultime nevicate. Ho atteso per qualche ora che i gatti sparissero dalla circolazione, e sono uscita con la paletta per rimuovere la vittima; nel momento in cui l’ho messa nella paletta, sono spuntati di nuovo tutti. Ho iniziato a fingermi indaffarata, cercando di nascondere il corpo del reato. I miei ospiti non mi mollavano e, stanca e infreddolita, ho finto di inciampare nella siepe mentre al buio facevo volare, per l’ultima volta, il povero pennuto. Mi sono sentita feccia, come tutte le volte che non reagisco all’uccisione di qualche animaletto da parte dei miei gatti. Ma come si può fare, altrimenti? Se anche li rimproverassi, non capirebbero, e li confonderei. Vorrei che, per una volta, mi facessero un regalo che possa essere riciclato a Natale: “Tesoro, non abbiamo comprato nulla a tua zia!” “Incartale il posacenere che ci hanno fatto i gatti!”.

Foto | Flickr

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