I farmaci per gli umani vengono spesso dati agli animali
Quando ero ancora “papà” di Kaiser, il boxer albino di cui vi ho parlato in un vecchio post, mi sono trovato, a dovermi raffrontare con due veterinari dalle concezioni mediche differenti. Purtroppo nell’ultimo periodo di vita soffriva di una grave malattia epatica e doveva obbligatoriamente prendere dei farmaci. Un veterinario mi dava anche farmaci per […]
Quando ero ancora “papà” di Kaiser, il boxer albino di cui vi ho parlato in un vecchio post, mi sono trovato, a dovermi raffrontare con due veterinari dalle concezioni mediche differenti. Purtroppo nell’ultimo periodo di vita soffriva di una grave malattia epatica e doveva obbligatoriamente prendere dei farmaci. Un veterinario mi dava anche farmaci per uso umano (e non era la prima volta) mentre l’altro dottore mi dava unicamente farmaci per uso veterinario. Avevano ovviamente entrambi le loro ragioni. Il primo mi diceva che con i farmaci per umani si potevano trovare i farmaci generici e risparmiare, il secondo mi diceva che i farmaci ad uso veterinario erano sicuramente meno dannosi per il fegato del cane.
Il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha deciso di regolamentare questa situazione, così come riporta il Corriere. In teoria la prima scelta dei veterinari dovrebbe essere sempre quella del farmaco specifico per animali e solo in casi eccezionali, come l’impossibilità di reperimento entro i confini comunitaro o l’inesistenza stessa del farmaco, sarebbero autorizzati ad indirizzare il paziente verso un farmaco ad uso umano. Ovviamente, visto che si parla della salute dei nostri migliori amici, questa non è una scelta da prendere alla leggera.
I detrattori di questa possibilità lamentano che i farmaci per uso umano sono, appunto, utili solo per le persone e non si conoscono effetti collaterali su altri animali. Utilizzare quei farmaci, poi, può causare altri problemi come intossicazione e sovraddosaggio ed inoltre non è certa la loro efficacia su cani e gatti. Chi promuove questo sistema è dell’idea che il risparmio sui farmaci debba essere valutato (anche in considerazione del costo spesso proibitivo di certe medicine veterinarie) poichè per delle cure continuative una famiglia tra cibi speciali, visite e farmaci può arrivara al salasso per la salute del proprio cane anche a causa di un’aliquota IVA del 20% vista la classificazione degli animali come “beni di lusso”.
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