Borges e la misteriosa bellezza dei gatti
Borges amava i gatti (uno in particolare di nome Beppo). Nella poesia "A un gatto" ne descrive la bellezza
A un gatto è una poesia tratta da L’oro delle tigri (1972) di Jorge Luis Borges (1899-1986), grandissimo scrittore e poeta argentino. In questo componimento l’autore mette in evidenza la superiorità del gatto, che viene da altri tempi e altri mondi, e si concede alle nostre carezze quasi solo per fare un piacere a noi. Come afferma Borges, noi possiamo solo lontanamente percepire quello che è un gatto nella sua essenza. Un’altra piccola perla che va ad arricchire la nostra collezione di poesie sui gatti.
Non sono più silenziosi gli specchi
né più furtiva l’alba avventuriera;
sei, sotto la luna, quella pantera
che a noi è dato percepire da lontano.
Per opera indecifrabile di un decreto
divino ti cerchiamo invano;
più remoto del Gange e del Ponente
tua è la solitudine, tuo il segreto.
La tua schiena accondiscende la carezza
lenta della mia mano. Hai accolto,
da quella eternità che è già oblio,
l’amore di una mano timorosa.
Sei in un altro tempo. Sei il padrone
di un abito chiuso come un sogno.
Foto | Borges e il suo gatto Beppo