Piante tossiche per gli animali domestici
Piante comuni tossiche per cani e gatti.
In generale, oltre alle piante ornamentali, bisogna tenere cani e gatti lontani da radici, bulbi ed altre parti velenose di alcune specie vegetali, più o meno comuni nelle nostre case.
Dopo il salto trovate la lista di diciassette tra le piante più pericolose per i nostri amici a quattro zampe.
- I Lilium, genere di piante della famiglia delle Liliacee. Sono sufficienti piccole quantità della pianta di giglio per provocare insufficienza renale nel gatto.
- La marijuana (Cannabis) provoca sintomi come diarrea, vomito, difficoltà di coordinazione, aumento della frequenza cardiaca. L’ingestione di cannabis può causare, in casi gravi, persino convulsioni, portando l’animale alla morte.
- La Cycas revoluta, una pianta della famiglia delle Cycadaceae. I semi e le noci, in particolare, contengono quantità elevate di tossine. Sono sufficienti uno o due semi per scatenare vomito, diarrea, epilessia ed insufficienza epatica nei nostri pets.
- I bulbi di tulipani e narcisi contengono tossine che provocano irritazioni gastrointestinali, scialorrea (difficoltà di deglutizione, ndr), perdita di appetito, convulsioni ed anomalie cardiache.
- L’azalea ed il rododendro, piante del genere Rhododendron, contengono granaiotossine, sostanze che generano diarrea, vomito, scialorrea, perdita di appetito, convulsioni e possono portare l’animale alla morte per arresto cardiocircolatorio.
- L’oleandro (Nerium oleander), arbusto sempreverde della famiglia delle Apocynaceae. Contiene glicosidi cardiaci, sostanze che causano anomalie nel corretto funzionamento del cuore, irritazione gastrointestinale, ipotermia ed in casi gravi la morte.
- Il ricino (Ricinus communis L.), pianta della famiglia delle Euphorbiaceae. Contiene la ricina, una proteina estremamente tossica per gli animali che causa dolori addominali, diarrea, sete eccessiva, senso di debolezza e perdita di appetito. L’avvelenamento da ricino può portare il pet alla disidratazione, generare spasmi muscolari, convulsioni, tremori e nei casi gravi addirittura il coma e la morte.
- Il ciclamino (Cyclamen), pianta della famiglia delle Primulaceae. In particolare sono le radici ad essere particolarmente tossiche. Se l’animale le ingerisce possono insorgere vomito e sintomi di irritazione gastrointestinale.
- Le Kalanchoe, piante della famiglia delle Crassulaceae. Contengono sostanze irritanti per il tratto gastrointestinale, capaci di alterare il ritmo e la frequenza cardiaca, compromettendo gravemente la funzionalità del cuore.
- Il tasso (Taxus), genere della famiglia delle conifere (Taxaceae). Contiene la taxina, una miscela velenosa di alcaloidi che provoca gravi danni al sistema nervoso centrale, causando l’insorgenza di tremori, difficoltà respiratorie e problemi di coordinazione. Altri effetti noti sono irritazione gastrointestinale ed insufficienza cardiaca, con conseguenze anche fatali per l’animale.
- L’Amaryllis, genere di piante appartenenti alla famiglia delle Amaryllidaceae. Contengono tossine che possono scatenare vomito, diarrea, dolori addominali, ipersalivazione e tremori.
- Il Colchinum autunnale (Colchicum autumnale), pianta delle Liliaceae o Colchicaceae altamente tossica. L’ingestione può causare irritazione della mucosa orale, vomito ematico (con presenza di sangue, ndr), diarrea, shock, gravi danni alla funzionalità degli organi vitali ed al midollo osseo.
- Il crisantemo (Chrysanthemum), genere appartenente alla famiglia delle Compositae (Asteraceae). Contiene piretrine, composti naturali che possono causare all’animale disturbi gastrointestinali, salivazione eccessiva, difficoltà di coordinazione, vomito e diarrea.
- L’edera comune (Hedera Helix), pianta della famiglia delle Araliaceae. Contiene saponine triterpeniche, sostanze che potrebbero provocare vomito, dolori addominali, ipersalivazione e diarrea.
- Lo spatifillo (Spathiphyllum), arbusto sempreverde, appartenente alla sottofamiglia delle Monsteroideae, noto anche come pianta cucchiaio. Contiene cristalli di ossalato di calcio che possono causare irritazione della mucosa orale, salivazione eccessiva, difficoltà nella deglutizione, vomito e bruciore alla bocca, alle labbra ed alla lingua.
- Il Photos, sia Scindapsus che Epipremnum, appartenente alla famiglia delle Araceae. Se masticate o ingerite, le parti di questa pianta possono irritare la bocca, causando gonfiori, e provocare irritazioni gastrointestinali.
- La Schefflera (Brassaia actinophylla), genere di piante appartenente alla famiglia delle Araliaceae, molto comuni in appartamento. Contengono cristalli di ossalato di calcio che irritano la bocca, le labbra e la lingua degli animali, provocando salivazione eccessiva, vomito, difficoltà a deglutire ed un forte bruciore.
Via | American Society for the Prevention of Cruelty to Animals
Foto | Flickr