Spese veterinarie detraibili, come e per quali importi
Ancora non molti sanno che le spese veterinarie sono detraibili. Certo, non completamente, c’è una franchigia minima e un tetto massimo, ma qualcosina è recuperabile. Qui andremo a parlare di franchigia minima, tetto massimo e come fare per detrarre le spese veterinarie.
Aggiornamento Spese veterinarie 2020: con la nuova Legge di Bilancio, il tetto massimo di detrazione per le spese veterinarie sale a 500 euro (rimangono uguali lo sconto di imposta del 19%, l’IVA del 22% e la franchigia di 129,11 euro). Importante: potranno essere scaricate solamente le spese veterinarie pagate tramite metodi rintracciabili (bancomat, bonifici, assegni, carte di credito). Tradotto: se pagate dal veterinario in contanti, non potrete detrarre neanche presentando regolare fattura; se pagate dal veterinario con metodi tracciabili, potrete detrarre. Nulla cambia, invece, per i farmaci comprati in farmacia o parafarmacia: presentando codice fiscale, potranno essere scaricati anche se acquistati con contanti.
Spese veterinarie detraibili – Non è cambiato praticamente nulla per quanto riguarda le spese veterinarie detraibili, tranne il fatto che l’Iva è passata dal 21 al 22%, ma che la detraibilità consente sempre e solo di recuperare il 19%. Con l’aumento dell’Iva dal 21% al 22%, lo Stato dichiara senza ombra di dubbio che gli animali sono beni di lusso: nonostante le richieste e i solleciti continui dell’Anmvi e dei veterinari affinché venga abolita l’Iva sulle prestazioni veterinarie, esattamente come succede in medicina umana o almeno abbassata al 10%, gli animali e le prestazioni mediche a cui sono soggette continuano ad essere gravate di un onere fiscale eccessivo.
Questo onere fiscale pesa sia sul proprietario che sul veterinario. Prendiamo il caso del proprietario: paga 40 euro un vaccino, ma non è che quei 40 euro vanno in tasca al veterinario. Il 2% va all’Enpav (l’equivalente dell’Inps per i veterinari) e ben il 22% va allo Stato sotto forma di Iva. Quindi quando vi lamentate dei costi del veterinario, sappiate che il 22%, in pratica più di un quinto di quello che sborsate, sono tasse. Ma l’Iva così alta penalizza anche il veterinario che si ritrova spesso a dover fare i conti con l’impossibilità dei proprietari di sostenere i costi di esami ed interventi e quindi nell’oggettiva impossibilità di emettere diagnosi e quindi terapie adeguate.
Quali sono le spese veterinarie detraibili?
Per quanto riguarda la tipologia di spese detraibili, fra di esse ricordiamo:
- fatture emesse dal veterinario: tutte le fatture emesse dal veterinario possono essere scaricate, non c’è bisogno di mettere la marca da bollo in quanto le prestazioni sono già soggette ad Iva. Quindi tutte le fatture fatte per vaccini, interventi chirurgici, esami, ricette in triplice copia possono essere tranquillamente scaricate
- scontrini dei farmaci: tutti gli scontrini rilasciati dalla farmacia ed inerenti farmaci ad uso veterinario possono essere scaricati. Ma solo ed esclusivamente i farmaci ad uso veterinario: i comuni farmaci ad uso umano che vengono talvolta prescritti dal veterinario perché assenti in medicina veterinaria, non possono essere detratti. Nei farmaci ad uso veterinario vanno anche inseriti gli antiparassitari esterni come Frontline, Advantix, Scalibor e via dicendo
- alimenti dietetici: qui c’è un po’ di diatriba. Fino a qualche tempo fa gli alimenti dietetici che corrispondono effettivamente alla terapia dell’animale (vedi per esempio il K/D della Hill’s per chi soffre di insufficienza renale o il C/D per chi soffre di disturbi alle vie urinarie), essendo di fatto la terapia per quella particolare patologia, potevano essere scaricati, previa presentazione al commercialista di scontrini e ricetta veterinaria che prescriveva quel cibo. Adesso pare che i cibi non vengano più inseriti nella detrazione, ma vi consiglio di chiedere lumi al vostro commercialista perché so che qualcuno riesce ancora a detrarre le spese degli alimenti dietetici
Vengono esclusi dunque dalle spese veterinarie detraibili i farmaci ad uso umano e tutti gli integratori alimentari, anche se di uso veterinario. Non chiedetemi il perché di questa distinzione.
Franchigia minima e importo massimo
Ma quanto si scarica? Ovviamente non potrete scaricare del tutto le spese veterinarie, anche se l’Anmvi si sta battendo anche sul fronte di innalzare l’importo scaricabile. Fondamentalmente delle spese veterinarie potete scaricare il 19% (lo so, l’Iva è più alta, ma non siamo certo stati noi veterinari a fare questa legge, ci è stata imposta) a partire dalla franchigia minima di 129,11 e arrivando fino al tetto massimo di 387,34, questi importi sono rimasti immutati.
Ciò significa che la detrazione spettante viene calcolata sulla parte che eccede l’importo di euro 129,11. Fino ai 129,11 euro non scarichi nulla: scarichi poi la differenza fra 387,34 euro e 129,11 euro, quindi in sostanza l’onere su cui calcolare la detrazione è 258,23 euro (387,34 – 129,11). Tutto quello che eccede il tetto massimo, non viene considerato.
Come fare per detrarre le spese veterinarie
Per detrarre le spese veterinarie, dovrete conservare tutte le fatture emesse dal veterinario e gli scontrini emessi dalla farmacia o dai negozi di animali relativi ai farmaci ad uso veterinario. Consiglio anche di tenere copia delle ricette veterinarie: ad alcuni commercialisti bastano gli scontrini, altri vogliono anche le ricette relative. Qualcuno poi consiglia di pagare tramite bonifico per permettere una più facile tracciabilità al fisco, ma obiettivamente pagare con bonifico un vaccino normale diventa alquanto complicato.
Se avete perso la copia della fattura veterinaria, potrete richiederla al vostro veterinario. La richiesta al medico veterinario da parte del cliente di una copia della parcella emessa deve risultare per iscritto e il cliente deve anche precisare esplicitamente i motivi della richiesta. Questa parcella emessa tempo prima deve essere oggetto di fotocopia e sulla stessa si deve poi apporre la dicitura “Copia conforme all’originale rilasciata a richiesta del cliente”; sulla stessa copia della parcella il veterinario dovrà apporre la data e la firma e una copia di questa dovrà essere tenuta negli archivi. Ricordatevi poi che le spese veterinarie sono separate da quelle umane e non sono cumulabili fra loro.
Si possono scaricare le spese veterinarie sia sul 730 che sul Modello Unico, ma devo fare una precisazione: le spese veterinarie sono separate da quelle umane, non sono cumulabili.
Altro dettaglio: solamente il legale possessore dell’animale può scaricare le spese veterinarie. Potete dimostrare il legale possesso dell’animale tramite:
- documento di applicazione del microchip
- passaporto sanitario per cani, gatti e furetti
- certificato di adozione
- scontrino o fattura di acquisto dell’animale
- dichiarazione scritta di essere i reali possessori di quell’animale
Se si dichiara una spesa veterinaria detraibile senza essere il possessore di quell’animale o senza averne le prove, si incorre in due tipi di sanzioni:
- sanzione per indebita detrazione
- sanzione per mancata regolarizzazione dell’animale, nei casi in cui prevista dalla legge
Questo vuol dire che la fattura emessa dal veterinario, per poter essere scaricata, va intestata al legittimo proprietario di quell’animale. Quindi se il cane è intestato, per esempio, a vostro padre, se volete scaricare le fatture del veterinario bisognerà intestare la fattura a lui. Inoltre considerate un’altra cosa: per legge, la fattura va intestata a chi porta l’animale a visita. Quindi se volete intestare la fattura a vostro padre, dovrà essere lui a portare il cane a visita, altrimenti verrà intestata a voi.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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