Malattia da graffio: cause, sintomi e pericolo per l’uomo
Oggi andiamo a parlare della malattia da graffio nel gatto, anche nota come Cat Scratch Disease (acronimo CSD).
La malattia da graffio nel gatto – nota anche come Cat Scratch Disease (acronimo CSD) – è tratta di una zoonosi definita come linforeticulosi da inoculazione, di solito benigna, ma a volte complicate da forme sistemiche a carattere generale. Al di là del nome medico dal suono minaccioso, in pratica si tratta di un graffio profondo in cui è presente la Bartonella henselae, agente patogeno che nel corso degli anni ha cambiato diverse volte nome.
Si tratta di un piccolo bacillo gram negativo che provoca malattia nell’uomo e nel gatto, anche se in quest’ultimo è quasi sempre asintomatico. Andiamo dunque prima a vedere che cosa provoca nell’uomo e poi cosa provoca negli animali. Vale poi la pena di considerare come questa malattia sia ancora oggetto di studi, per cui i dati forniti sono in costante mutamento.
Malattia da graffio nell’uomo
Come dice il nome, la malattia viene trasmessa dal graffio o dal morso di un gatto, ma non tutti i gatti la trasmettono: devono essere portatori della Bartonella henselae. Normalmente i gatti più a rischio sono quelli che vivono all’esterno, in quando fra la popolazione felina il germe viene diffuso dalle pulci. Quindi se il vostro gatto vive da anni e anni sempre in casa, non ha le pulci e non ha mai contatti con l’esterno, se vi graffia difficilmente potrà trasmettervi la malattia: se il graffio si arrossa, è dovuto al fatto che i denti o le unghie del gatto ospitano comunque dei batteri, succederebbe la stessa cosa se veniste morsi o graffiati da una persona.
La malattia da graffio da gatto provoca di solito una forma di adenopatia: dopo 3-10 giorni dal graffio, ecco che in quel punto compare una pustola che dura anche settimane, ma che poi guarisce senza lasciare cicatrici. Di solito si gonfia il linfonodo regionale, che diventa rosso e dolente entro due settimane dal graffio. Solo il 10-20% va incontro a suppurazione, il resto di solito torna normale in 2-6 settimane.
Può comparire febbre, mal di testa, inappetenza, mal di gola e dolori articolari e spesso questi sintomi vengono confusi con la mononucleosi. Talvolta si assiste anche alla sindrome oculoglandulare di Parinaud, mentre raramente il decorso è grave con una forma di encefalopatia, artrite, eritema nodoso, alterazioni ematologiche, mielite, paralisi del VII paio di nervi cranici e neuroretinite, splenomegalia e anche coinvolgimento di cute, fegato e polmoni. La terapia è su base antibiotica e sintomatica.
Malattia da graffio negli animali
La malattia da graffio può svilupparsi anche negli animali, a seconda della specie avremo sintomi diversi:
- gatto: di solito asintomatico, la sua funzione è quella di essere serbatoio della Bartonella henselae, anche se talvolta si può apprezzare un leggero aumento di volume dei linfonodi. Ricordo poi, ma ne parleremo meglio in seguito, come complice della diffusione della malattia fra i gatti sia la presenza delle pulci
- Cane: rarissimamente il cane può essere fonte dell’infezione
- Ruminanti: ci sono studi che stanno valutando la presenza di Bartonella henselae nei ruminanti, pare che in loro possa essere trasmesso anche dalle zecche
- Conigli: talvolta ospitano un’altra specie di Bartonella
Ruolo della pulce
L’elevato numero di Bartonella henselae riscontrato nel sangue dei gatti è da imputarsi alla concomitante presenza di pulci. Quando la pulce si nutre del sangue di un gatto infetto, è in grado di trasmettere l’infezione anche ad altri gatti, ma c’è anche la possibilità che all’interno del suo corpo contribuisca alla replicazione del germe. Pensate che è stato segnalato un caso di trasmissione diretta da pulce a uomo della malattia.
Ecco un altro buon motivo per applicare gli antipulci al gatto. Non solo per un discorso di igiene ambientale, per evitare al gatto dermatiti allergiche o infezioni da Emobartonella (da non confondere con la Bartonella henselae, l’emobartonella nel gatto provoca una forma di anemia emolitica con febbre alta e ittero), ma anche per ridurre la diffusione nella popolazione felina di questa patologia.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Hannibal Poenaru – Bahaman Farzad