Come portare il gatto dal veterinario, consigli per una visita tranquilla
A volte portare Micio dal veterinario non è semplice: il gatto – come il cane – va abituato, infatti, alle visite veterinarie. Ovvio che se il micio in dieci anni della sua vita non è mai stato manipolato, difficilmente si farà visitare!
Che ne dite di qualche consiglio su come portare il gatto dal veterinario? Si tratta di cercare di capire come fare una visita tranquilla al gatto, senza che questa si trasformi ogni volta in un rodeo.
Ovviamente parliamo di gatti, non di cani, quindi c’è da considerare anche una certa imprevedibilità di carattere, però qualche accorgimento per facilitare la vita di tutti esiste. Prima di tutto andremo a vedere come si abitua un gatto alla visita veterinaria, poi che tipo di gabbiette utilizzare e come non accessoriarle, parleremo di come inserire un gatto nella gabbietta e infine accenneremo a tutte le cose da non fare durante una visita veterinaria.
Abituare il gatto
Prima di tutto il gatto va abituato ad essere portato dal veterinario. Ovvio che se il micio in dieci anni della sua vita non è mai stato manipolato, difficilmente si farà visitare. Questo significa che sin da piccolo, a casa, dovrete abituare il gattino a farsi aprire la bocca, controllare le orecchio e tastare la pancia. Il tutto seguito da qualche goloso premietto anche se, bisogna dirlo, non sempre i gatti li accettano.
Poi il gatto va portato con regolarità dal veterinario, parleremo nel capitolo successivo di come mettere il gatto nella gabbietta, però qui ricordiamo che almeno 1-2 volte all’anno il gatto andrebbe sottoposto a visita. Se il gatto poi è particolarmente nervoso ed è di quelli che dopo un’ora in sala d’aspetto fra gatti ululanti e cani abbaianti non si fa più nemmeno tirare fuori dalla gabbietta, magari concordate prima col vostro veterinario quale sia il momento migliore per visitarlo.
Come mettere il gatto nella gabbietta
Per portare il gatto dal veterinario, ci va la gabbietta. Non portate il gatto in braccio: se si spaventa, vi scappa dalle mani e probabilmente finirà sotto la prima macchina di passaggio. Non lo dico per spaventarvi, ma perché è una cosa che succede troppo spesso e che si può e si deve evitare. Prima di tutto dobbiamo scegliere una gabbia. Lo so, in commercio ce ne sono di bellissime e spaziali, ma alcuno sono decisamente poco funzionali e complicano la vita inutilmente durante una visita.
Se dovete sceglierne una, vi consiglio di optare per quella classica di metallo. Prima di tutto permette al gatto di guardare fuori se ne ha voglia. In secondo luogo è molto utile con i gatti aggressivi, perché permette al veterinario di fare le iniezioni attraverso le sbarre. In secondo luogo il cassetto estraibile, permette di tirare fuori il gatto senza stressarlo. E volendo potete fargli una copertura di stoffa per quando fa freddo.
Al secondo posto mettiamo i trasportino classici di plastica. Perché siano vagamente utili durante una visita, dovrebbero avere le seguenti caratteristiche: sportellino che si apre lateralmente e non dal basso in alto in stile saracinesca (si rompono più facilmente e sono più difficili da gestire con un gatto aggressivo), fessure laterali attraverso le quali fare le iniezioni al gatto (banditi quelli tutti chiusi, a meno che non siamo di fronte a un gatto santo), che sia apribile (ci sono gatti che non si riescono a tirare fuori dallo sportellino anteriore, ma che riesci a prendere e visitare se scoperchi il trasportino: per fare questo deve essere apribile).
Eviterei invece i trasportino tondeggianti in vimini, quelli con l’apertura rotonda: se il gatto da lì non vuole uscire, non lo tiri fuori perché si puntella e non esce più. In generale bandirei quelli di vimini in generale: il gatto ci si rifà le unghie, ne indebolisce la struttura e quando meno te lo aspetti si rompe facendo scappare il gatto. Con gatti non socievoli eviterei anche quelli morbidi, impossibile da gestire.
Un’altra cosa da evitare è di riempire la gabbia di ammennicoli vari: a volte si vede un povero gatto schiacciato fra giochini, dieci coperte, ciotole piene di crocchette e quanto altro. Il problema è che quando vai a tirarlo fuori, devi prima togliere tutto questo, altrimenti ti si incastra tutto al momento in cui cerchi di tirarlo fuori. E eliminare giochini, ciotole con un gatto inferocito che ti tira zampate non è piacevole. Altra cosa da non fare è stipare in un solo trasportino gatti non socievoli: oltre a non riuscire a tirarli fuori, poi se le danno di santa ragione quando li rimetti dentro.
Adesso veniamo alla nota dolente: come mettere il gatto nel trasportino. Prima di tutto dovrete lasciarlo sempre in giro per casa come se fosse una cuccia, magari con un po’ di crocchette dentro. Questo serve a fare in modo che il gatto si abitui alla sua presenza: se lo tirate fuori solo quando dovete portarlo dal veterinario, ovviamente il micio appena lo vedrà comincerà a fare il matto.
Quando dovete far entrare il gatto nel trasportino, non esitate: acchiappatelo al volo e mettetelo dentro, senza troppe parole o tentennamenti. Ricordate che se gli date spazio di manovra, lui sarà sempre più veloce di voi. Se si impunta, ma non morde e non graffia, non cominciate a dire ‘Poverino, su dai, entra’, non è che serva a granché: fate entrare una zampa, poi l’altra e spingete delicatamente il sederone, senza esitazioni. Alcuni gatti preferiscono entrare dall’alto, altri golosoni entrano se mettete in fondo del cibo, ma questo funziona solo se non avete passato le due ore precedenti nel tentativo di farlo entrare a forza: i gatti sono furbi.
Cose da non fare
Ecco alcune cose da non fare quando si porta il gatto dal veterinario, onde evitare di trasformare la visita in un rodeo:
- non liberare mai il gatto in sala d’aspetto. È probabile che ci siano diversi cani, il gatto sarà nervoso anche solo a sentire il loro odore, poi magari arriva qualcuno che abbaia e il gatto si innervosisce ancora di più. Ecco che allora qualche proprietario decide che il metodo migliore per tranquillizzare il gatto è quello di aprire lo sportellino. Primo errore: un gatto spaventato in questo modo vi schizzerà fuori in un nano secondo, graffiandovi e non facendosi più riacchiappare. Peggio va a chi decide di prenderlo in braccio: se già il gatto è terrorizzato dal cane che gli abbaia a due centimetri dall’orecchio, stando in gabbia almeno ha una protezione. Invece tu cosa fai? Lo tiri fuori, privandolo di quell’unico muro che lo separava dal cane e mettendolo magari proprio davanti al cane. Ovvio che se gli va bene, ti scappa dalle mani e si rintana sotto qualcosa, se gli va male viene agguantato dal cane o scappa dalla porta che qualcuno lascia sempre aperta;
- se il gatto è aggressivo, seguire passo passo le indicazioni del veterinario. Se vi dice di non passare le mani davanti alla bocca del gatto in quel preciso momento, un motivo ci sarà. Se non seguite le sue indicazioni, non temete: dal veterinario qualche benda e un po’ di acqua ossigenata sono sempre disponibili;
- se vi viene detto di tenere le zampe posteriori e queste vi sfuggono, avvisare tutti nel momento stesso in cui vi sfuggono, in modo che tutti possano togliere le mani dalla traiettoria della bocca e delle unghie del micio. Questa evita a voi e al veterinario morsi e graffi;
- se si fa una fatica indiavolata a tirare fuori il gatto dal trasportino, evitate di rimetterlo dentro non appena il veterinario vi gira le spalle: se la visita non è ancora finita, la seconda volta lotterete voi per tirarlo fuori da lì;
- se avete un gatto aggressivo, invisitabile e intoccabile, per favore non pretendete che il veterinario faccia miracoli: se neanche voi riuscite a toccarlo, che siete i suoi proprietari e quindi in teoria le persone di cui si fida di più, come potete pretendere che un estraneo riesca a maneggiarlo? Ricordate che il veterinario è un medico, non un domatore di leoni.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
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