Petsblog Cani Filariosi cardiopolmonare nel cane: cause, sintomi, terapia e prevenzione

Filariosi cardiopolmonare nel cane: cause, sintomi, terapia e prevenzione

Filariosi cardiopolmonare nel cane: cause, sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione.

Filariosi cardiopolmonare nel cane: cause, sintomi, terapia e prevenzione

Si avvicina la primavera, quindi è tempo di parlare di filariosi cardiopolmonare nel cane. Si tratta di una patologia grave che può colpire il cane, ma anche il gatto e il furetto (in queste due specie è spesso mortale in quanto avendo un cuore più piccolo, basta una sola filaria per causarne la morte). La causa di tutto è la Dirofilaria immitis, un nematode parassita che necessita di diversi ospiti prima di completare il suo ciclo vitale.

Abbiamo infatti un ospite intermedio, le zanzare della famiglia Culicidae (Culex, Anopheles e Aedes) e un ospite definitivo, di solito il cane, ma molto sensibile è anche il furetto, mentre il gatto tendenzialmente si ammala solo là dove la malattia è estremamente diffusa, vedi per esempio le zone delle risaie o il Veneto.

Ciclo vitale della Filaria e modalità di trasmissione

FilariaNel caso della filaria, vale la pena spendere due parole riguardo il suo ciclo vitale. Partiamo da un cane infetto (ospite definitivo): arriva la zanzara, lo punge e ingerisce il suo sangue ricco di microfilarie, chiamate larve di primo stadio o semplicemente L1. Queste larve nella zanzara (ospite intermedio) maturano e dopo sette giorni diventano L2, passano altri sette giorni e diventano L3, le quali sono quelle infettanti che migrano nell’apparato buccale della zanzara. Se a questo punto la zanzara punge un altro ospite, trasmette il parassita.

Le L3 entrano così nel sottocute del nuovo ospite, arrivano ai capillari e dopo 6-12 giorni diventano L4. Queste migrano nel corpo dell’ospite fino a che dopo due mesi circa diventano lo stadio adulto L5 che, entro quattro mesi, giungono ad insediarsi nel cuore e nelle arterie polmonari. A distanza di sei mesi queste L5, oltre a danneggiare il cuore del cane, diventano sessualmente mature e se sono presenti almeno un esemplare femmina e uno maschio, cominciano a produrre le micro filarie che vanno in circolo, pronte a essere assorbite da una nuova zanzara che ricomincia così il ciclo da capo.

È importante capire il ciclo vitale della filaria, in quanto serve a spiegare il perché i sintomi della malattia saltino fuori dopo mesi o anni dal contagio. Per quanto riguarda la modalità di trasmissione, è chiaro che si tratta della zanzara. La quale non è sempre infestante: per poter trasmettere la malattia, deve esserci una temperatura ambientale media giornaliera di 19 gradi, altrimenti le microfilarie non sono attive.

La filariosi è endemica in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia Romagna, ma si sta diffondendo anche in Toscana, Umbria, Lazio e Marche, per cui prima di spostarvi dalla vostra regione chiedete sempre al vostro veterinario se ci sono particolari profilassi o accorgimenti da adottare.
Ricordo poi che l’ospite definitivo preferenziale è il cane, ma dalla filaria va protetto anche il furetto. Il gatto non è l’ospite preferenziale, naturalmente è più resistente all’infezione, ma in zone dove ci sono tantissime zanzare come le risaie del Piemonte o nel Veneto, conviene fare anche a lui la prevenzione.

Sintomi

Diciamo che la filariosi colpisce i cani di tutte le razze, età e dimensioni, ma ovviamente sono più a rischio i cani che vivono fuori. Questo non significa assolutamente che l’adorato Chihuahua che vive sempre in casa non è a rischio: prima di tutto si presume che ogni tanto il cane lo metta il naso fuori di casa e poi le zanzare entrano anche in casa. Non è poi vero che i cani a pelo lungo non prendono la filaria: le zanzare sono molto abili a trovare la pelle del nostro pet. I cani maschi sono poi leggermente più colpiti rispetto alle femmine.

Come ho già detto prima, i sintomi di filariosi nel cane ci mettono mesi o anni a manifestarsi, in quanto ci va un certo tempo prima che i parassiti adulti raggiungano un numero tale da causare danni. I cani colpiti da filariosi vengono solitamente distinti in 4 classi di sintomi, in ordine crescente di gravità:

  • Classe 1: è la forma lieve, subclinica, il cane si presenta in buono stato di salute, non mostra sintomi, ma gli esami del sangue antigenici sono positivi. Significa che ci sono i parassiti, ma che non hanno ancora causato gravi danni
  • Classe 2: è la forma moderata, i parassiti adulti sono in numero tale da cominciare a causare danni al cuore e alle arterie polmonari. Ecco che compare tosse, dispnea, affaticamento, soffi cardiaci, ma il cane presenta ancora un buon stato di nutrizione, anche se ci può essere un leggero dimagrimento
  • Classe 3: è la forma grave, il cuore e le arterie sono estremamente danneggiate, il cane si presenta fortemente dimagrito, ha dispnea, tosse, anemia, potrebbe comparire epistassi, danni polmonari e trombo embolia
  • Classe 4: è la classe più grave, dove compare la cosiddetta sindrome della vena cava, ovvero i parassiti sono cresciuti di numero e dimensioni e hanno invaso il cuore destro, le arterie polmonari e risalendo dall’atrio destro sono arrivati ad ostruire la vena cava

Diagnosi

La diagnosi di filariosi spesso è tardiva: questo perché il proprietario magari sottovaluta i sintomi e porta il cane quando è già in classe 3 o 4. Ci sono diversi modi per fare diagnosi di filariosi. In primis si prende una goccia di sangue del cane e lo si guarda direttamente al vetrino per cercare le microfilarie in circolo. Se le trovo, allora il cane ha di sicuro la filariosi, ma se non le trovo non significa che sia negativo: o i parassiti adulti non hanno ancora prodotto molte microfilarie o nel cuore del cane sono presenti solo maschi o solo femmine. In questo caso è intuibile come non si possano riprodurre, quindi significa niente microfilarie in circolo, ma i danni al cuore ci sono lo stesso. In questo caso si parla di filariosi occulta.

A questo punto se ancora persistono dei dubbi, si possono effettuare i numerosi test ematici disponibili in commercio. In caso di positività del cane, andranno poi fatti degli esami ematologici completi, delle radiografie e una visita cardiologica accurata con ecocardiografia per stadiare il paziente.

Terapia

Una volta stadiato il cane, il veterinario a seconda dello stato di salute del soggetto provvederà ad impostare la terapia migliore. E’ intuibile che cani in classe 3 o 4 molto facilmente non sopravvivranno alla terapia: questo perché per quanto si possa tentare di uccidere le filarie adulte, i danni al cuore rimangono e se è stato gravemente lesionato non si tornerà indietro.

La terapia classica per la filariosi prevede la somministrazione di anticoagulanti per minimizzare il rischio di emboli provocati dai corpi delle filarie morte: il problema è che questa terapia va attentamente monitorata in quanto lei stessa potenzialmente fatale per il cane. Poi bisogna uccidere le filarie adulte: per fare questo si utilizza un farmaco iniettabile, un derivato dell’arsenico in pratica, che va inoculato nei muscoli lombari per due giorni di fila. Il farmaco è dolorosissimo per il cane ed è così potente che necrotizza il muscolo in cui viene fatto, per questo motivo si scelgono i muscoli lombari e non quelli della coscia. A questo punto si attua una terapia microfilaricida e ovviamente una terapia per trattare la patologia cardiaca residuante. Va da sé che si tratta di una terapia pericolosa per il cane.

I cani molto debilitati, non in grado di sopportare questo trattamento, possono essere trattati con somministrazioni mensili prolungate dei farmaci normalmente utilizzati per la prevenzione: dovrete stabilire con il vostro veterinario quale sia la scelta migliore per il vostro caso.

Prevenzione

E pensare che si potrebbe facilmente prevenire la filariosi semplicemente somministrando dei farmaci nel periodo in cui le zanzare sono infettanti e che vanno ad uccidere le micro filarie prima che arrivino nel cuore del cane. Per tante malattie non esiste profilassi o prevenzione, per una volta che ce l’abbiamo, perché non sfruttarla?

Ovviamente la profilassi per la filaria non è obbligatoria, ognuno col proprio cane fa ciò che preferisce, ma soprattutto nelle zone endemiche è caldamente consigliata. Siete liberissimi di non farla, ma quando poi il cane si ammalerà, dovrete assumervi la responsabilità del non aver fatto tutto quello che vi era stato consigliato per prevenire la malattia.

La prevenzione è abbastanza semplice, ci sono diverse modalità: si possono far assumere al cane delle compresse durante tutto il periodo critico (dalla tarda primavera all’autunno compresi), applicare degli appositi spot on (i repellenti non bastano, quando voi mettete l’Autan siete sicuri che nessuna zanzara vi punga? Ci sono dei prodotti specifici) o fare un’iniezione che dura sei mesi. Starà al vostro veterinario consigliarvi la soluzione migliore, ma facciamo alcune precisazioni. Anche in questo caso vietato il fai-da-te: non tutte le compresse si possono dare a tutte le razze di cani e il farmacista queste cose non le sa, per cui rivolgetevi al veterinario. Inoltre ho notato che molti iniziano la profilassi prestissimo e la finiscono magari a settembre: in pratica la iniziano quando le zanzare non sono ancora infettanti e la terminano quando sono super infettanti. Ricordatevi che le compresse sono retroattive, cioè uccidono le microfilarie inoculate il mese precedente, non proteggono da quelle del mese successivo. Per capirci meglio: se io do la compressa il primo di giugno, mi proteggo dalle microfilarie di maggio, non da quelle di giugno.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | EasyrabWatashiwani

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