Non è un paese per cani (al mare)
Credevate che, viste le ultime notizie sull’obbligatorietà di far accedere ai luoghi pubblici i cani, la cosa fosse naturalmente consentita anche in spiaggia? Mi spiace per voi ma vi sbagliate. A dispetto delle leggi e dei regolamenti vari, non tutti i posti accettano i cani. A Savona la Capitaneria di Porto ha inviato una lettera […]
Credevate che, viste le ultime notizie sull’obbligatorietà di far accedere ai luoghi pubblici i cani, la cosa fosse naturalmente consentita anche in spiaggia? Mi spiace per voi ma vi sbagliate. A dispetto delle leggi e dei regolamenti vari, non tutti i posti accettano i cani. A Savona la Capitaneria di Porto ha inviato una lettera agli stabilimenti balneari con la richiesta di destinare una parte della loro spiaggia ad uno spazio dove i padroni potessero stare in compagnia dei propri amici cani. La risposta è stata un unanime “NO”. Nessuno degli stabilimenti balneari ha accettato questa richiesta adducendo motivazioni più o meno comprensibili.
Si parla di spazi già troppo limitati e che questo non consente di fare una zona separata (anche se delimitare un’area con tre o quattro coppie di ombrelloni dove di solito ce ne sono una trentina non mi sembra un crimine). Si parla di persone che non tollerano il rumore dei cani che abbaiano (fa niente poi se il vostro vicino di ombrellone crede di essere in discoteca o i suoi figli urlano come delle scimmie delle foreste pluviali). Si parla anche di problemi derivanti dalla scarsa igiene dei cani ( è irrilevante che il vicino di ombrellone di cui sopra spenga le sue venti sigarette nella sabbia anche se ha il posacenere vuoto e che i suoi bambini facciano tranquillamente la pipì in mare). I cani, quindi, non sono ammessi. Forse perché i cani non comprano i ghiaccioli da un euro o perché i cani non paghino le sdraio quaranta euro al giorno. E poi si lamentano se uno va in vacanza all’estero…
Via| Il Secolo XIX
Foto|Flickr