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Botti di Capodanno: consigli su come proteggere i nostri cani

Molti cani sono terrorizzati dai botti: basta un semplice petardo per mandarli nel panico. Ecco alcuni consigli per aiutarli a superare la fobia dei botti

Botti di Capodanno: consigli su come proteggere i nostri cani

Ci siamo, con l’arrivo delle feste natalizie, arrivano anche i temuti botti di Capodanno. Grazie alla segnalazione della nostra utente Gabriella, vogliamo fare il punto della situazione su come aiutare i nostri cani a superare questo difficile periodo. Molti cani purtroppo sono letteralmente terrorizzati dai botti, basta un semplice petardo per mandarli nel panico.

Il problema poi precipita man mano che ci avviciniamo a Capodanno: cani che corrono terrorizzati a nascondersi sotto i letti, che cercano di fuggire dal rumore improvviso facendosi del male, che mordono il proprietario andato a consolarli. E la situazione si aggrava se il cane in questione è molto anziano o cardiopatico, in quanto una paura estrema potrebbe causargli delle aritmie anche fatali.

Quando curare la fobia dei botti

La situazione classica è questa: proprietario trafelato che il 31 dicembre alle ore 19,29 si presenta in un ambulatorio veterinario esigendo che venga elargita la medicina miracolosa per curare la paura dei botti di Capodanno del proprio cane. Se esistesse, vorrei prenderla anche io, così magari mi passa la fobia degli insetti.

Torniamo seri: il punto che volevo sottolineare, al di là delle facezie, è che non si può pensare di curare una fobia cinque minuti prima che questa si presenti. Visto che probabilmente il cane ha da anni questa paura, perché non partire per tempo, magari qualche mese prima? Perché ridursi sempre all’ultimo secondo?

Come curare la fobia dei botti di Capodanno

Cane paura

La maggior parte delle persone pensa che curare la fobia dei botti di Capodanno dei cani significhi semplicemente dare un tranquillante al cane. Non funziona proprio così. A parte che i tranquillanti hanno diversi e seri effetti collaterali e che non possono essere utilizzati su cardiopatici, cani con problemi epatici e renali, cani troppo giovani e anziani o meglio, li puoi usare, ma assumendoti dei grossi rischi e poi non curano la paura, semplicemente la mascherano.

Quello che noi vogliamo è invece insegnare al cane a non avere paura, ma questo richiede mesi di tempo e di pazienza. Vediamo come si potrebbe fare:

  • il cane tipicamente quando ha paura, fugge e cerca di nascondersi. Quindi come prima cosa evitiamo di lasciarlo all’aperto, dove il rumore è più forte, magari legato alla catena, così si strozza per benino quando tenta di scappare o dove si lancia sopra cancelli, ferendosi e finendo sotto le macchine. E non lo lasciamo neanche sul balcone, con il rischio che precipiti giù;
  • dicevamo che il cane si nasconde. Osservandolo, scopriamo quale sia il suo rifugio primario. Attrezziamoci prima, mettiamoci una coperta e aspettiamo il primo botto, petardo o tuono. Il cane comincerà a piangere, sarà agitato e come reagiamo noi tipicamente? Ci avviciniamo, lo accarezziamo, gli diciamo di non avere paura. Ecco, così facendo stiamo rafforzando la sua paura, gli stiamo dicendo che fa bene ad avere paura, anzi, deve averne ancora di più. La psicologia della mente canina non funziona come quella delle persone, dobbiamo mettercelo in testa. Quindi quando il cane comincia a comportarsi così, non lo guardiamo, non lo tocchiamo, non gli parliamo: rimaniamo calmi e tranquilli, continuando a fare le nostre cose senza mostrarsi agitati;
  • a questo punto il cane correrà a nascondersi nel suo rifugio. Aspettiamo qualche minuto, poi con calma e con un libro in mano, andiamo a sederci insieme a lui nel rifugio. È fondamentale in questo caso continuare a non guardarlo, non parlargli e non toccarlo: non vorremo rafforzare la sua paura, giusto? Ci sediamo a fianco a lui e cominciamo a leggerlo. Ovviamente il cane continuerà a tremare, noi continueremo a leggere e dopo un po’ il cane si renderà conto che se il suo proprietario è tranquillo è sereno, forse allora anche lui può rilassarsi e tranquillizzarsi. Quando si arriva a questo punto, occhio che possono passare anche venti-trenta minuti, toccatelo casualmente, magari con un braccio o con una gamba. Se si scosta, allontanate la gamba o il braccio e riprendete a leggere, rifacendo tutto da capo. Vuol dire che non è ancora a suo agio. Se invece dopo il vostro tocco non si discosta ed è tranquillo e non mostra più paura, è adesso il momento di elogiarlo, premiate insomma il suo stato tranquillo. Questo andrà fatto per ogni suo rifugio;
  • quanto scritto sopra funziona se il cane ha piena fiducia in voi, se siete il suo capobranco assoluto e se siete calmi. Se cominciate ad entrare in agitazione perché “Poverino, il cane ha paura, mi dispiace per lui” lui percepirà istantaneamente la vostra paura e si agiterà ancora di più. Quindi prima di attuare queste tecniche, dovrete entrare in questo stato mentale, altrimenti non servirà a nulla;
  • utile in questi casi potrebbe essere l’ausilio di un veterinario comportamentalista, però anche qui dovete partire per tempo: avrete di sicuro intuito che curare la fobia di un cane implica più tempo e dedizione che curare un raffreddore. Altra cosa utile sarebbe quella di tenere televisione e radio accesi, in modo che il cane possa concentrarsi anche su altri suoni. Qualcuno propone anche di fare dei bei tappi per le orecchie: prendete un bel batuffolone di ovatta, grosso, che non possa finire dentro il condotto uditivo come corpo estraneo, lo imbevete di olio di oliva e lo mettete come tappo nelle orecchie del cane, in modo da minimizzare i suoni. Non risolve il problema, ma può aiutare.

Il discorso di non toccare, non parlare, non guardare il cane quando è in uno stato d’ansia e agitazione vale in linea generale. Per il cane la nostra carezza è un premio che equivale a consolidare il comportamento di quel preciso momento. Avete presente quando un cane in passeggiata si lancia contro un altro cane? In media la reazione del proprietario è questa: lo tira indietro, si accovaccia e lo accarezza dicendogli che non è successo nulla e che tutto va bene. Che nella mente canina si trasforma ‘Bravo Fido, hai fatto bene ad attaccare quell’altro cane, fallo anche la prossima volta’.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | J. Chris VaughanKatie@!Emery_Way

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