Paralisi delle zampe posteriori delle tartarughe: cause e cosa fare
Capita sovente di vedere delle tartarughe, soprattutto di terra (ma talvolta anche d'acqua) con forme di paralisi delle zampe posteriori. Ecco le principali cause e cosa fare.
La paralisi delle zampe posteriori delle tartarughe è una patologia che si vede abbastanza frequentemente. Può succedere, a volte, di vedere delle forme di paresi o paralisi delle zampe delle tartarughe. Può accadere sia nelle tartarughe d’acqua che nelle tartarughe di terra e può colpire tutte e quattro le zampe, solo le anteriori o anche le posteriori. Frequentemente, però, si vedono forme di paralisi delle zampe posteriori delle tartarughe ed è di questo problema che andremo ad occuparci oggi, vedendo le principali cause e cosa fare.
Paralisi delle zampe posteriori delle tartarughe: cause
Sono diversi i motivi che potrebbero causare una forma di paraparesi o paraplegia in una tartaruga, non sempre la diagnosi è facile è immediata:
- carenza di vitamine: come possibile causa è stata proposta anche una forma di carenza di vitamine B, soprattutto nelle tartarughe di terra e di carenza di vitamina A nelle tartarughe d’acqua non alimentate correttamente
- MOM: altra causa potrebbe essere un indebolimento legato alla Malattia Osteo Metabolica, ma in questo caso dovrebbero esserci anche altri segni come carapace molle
- Gotta: anche la gotta potrebbe causare forme di paralisi, ma anche in questo caso dovrebbero essere presenti altri sintomi tipici, come gonfiore delle articolazioni e arrossamenti di cute e carapace
- artrite e artrosi: anche gravi forme di artrite e artrosi potrebbero causare una paralisi del treno posteriore
- infezioni virali: infezioni da virus potrebbero compromettere la funzionalità neurologica
- uova: nelle femmine, durante la deposizione, potrebbe capitare di vedere dei problemi nella mobilità delle zampe posteriori. Uova ritenute potrebbero anche provocare forme di paralisi delle zampe posteriori
- costipazione/stipsi: una delle cause più accreditate è la costipazione. Feci bloccate, feci troppo dure, ingestione di sassi e corpi estranei possono impedire la corretta defecazione che, nelle tartarughe, si traduce anche come impossibilità di muovere le zampe posteriori. A volte a bloccare le feci sono anche neoplasie, calcoli o uova ritenute
- dieta errata: qualcuno ha ipotizzato che diete troppo povere di proteine potrebbero indurre forme di paralisi
- falso letargo: tartarughe che sono state mandate in letargo in condizioni non ottimali (troppo magre, con intestino non svuotato, non sverminate) o in cui si è scambiata una forma di ipotermia da cattiva gestione per un letargo (tartarughe tenute in casa senza lampada riscaldante che vanno in ipotermia e tutti pensano essere in letargo, quando abbiamo spiegato più volte che in casa non c’è la temperatura adatta per far andare in letargo una tartaruga), ecco che magari riescono a svegliarsi, ma sono talmente defedate e cachettiche che, fra i tanti sintomi, potrebbero manifestare anche una forma di paralisi
Paralisi delle zampe posteriori delle tartarughe: cosa fare?
Prima di tutto se vedete che una tartaruga non muove le zampe posteriori, portatela subito dal vostro veterinario esperto di esotici, non aspettate due mesi prima di decidervi a farla vedere. Se capitasse a voi una cosa del genere vi fareste vedere subito o aspettereste?
Tramite visita e radiografia, il veterinario provvederà a capire se si tratta di uova ritenute o di costipazione, in modo da poter procedere a una terapia mirata. Inoltre, se necessario, correggerà la gestione dell’acquario/terrario e della dieta.
Nell’attesa, se la causa fosse un letargo e relativo risveglio fatti male, cominciate a sostenere la tartaruga facendole ripetuti bagni tiepidi durante la giornata, in modo da cercare di reidratarla e riattivare il metabolismo. E cercate di nutrirla se non mangia da sola.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | Pixabay