Gattari da legare: Lassù qualcuno ci osserva
Puntualmente, al mio passaggio sotto una determinata credenza, provo una specie di disagio. Senza sapere perché alzo gli occhi, e scopro di essere osservata. Un gatto accovacciato che vi osserva è uno degli spettacoli più seducenti che vi si possa presentare: occhi socchiusi, collo gonfio, cuscinetti morbidi e caldi che spuntano dal pelo riunito a […]
Puntualmente, al mio passaggio sotto una determinata credenza, provo una specie di disagio. Senza sapere perché alzo gli occhi, e scopro di essere osservata. Un gatto accovacciato che vi osserva è uno degli spettacoli più seducenti che vi si possa presentare: occhi socchiusi, collo gonfio, cuscinetti morbidi e caldi che spuntano dal pelo riunito a mazzetti… La mia volontà è vinta.
Altra questione, però, è la mania dei gatti di osservarci in bagno. Qualunque cosa voi stiate facendo, loro vi guardano assorti. I miei non amano l’acqua scrosciante della doccia, e raramente si sono interessati alla vasca piena. Ma, se tenete la loro lettiera in bagno, provate a lavarvi i denti! Il gatto entrerà, utilizzerà la lettiera nel momento meno opportuno, e poi si fermerà a guardarvi beato mentre voi pensate che, neve o non neve, quella sabbietta mefitica deve essere spostata fuori.
Non sarò tanto elegante da soprassedere su altri momenti poco opportuni in cui il gatto pretenderà di essere spettatore in prima fila. Mi sono chiesta il perché svariate volte e l’unica risposta è: vogliono indurci una consapevolezza inequivocabile del nostro essere ridicoli e piccoli, mettendoci in imbarazzo e togliendoci anche quei pochi minuti dedicati solo a noi stessi. Non sarai padrone del tuo tempo, non sarai padrone del tuo corpo, non sarai più padrone dei tuoi desideri. Questa è una legge, esattamente come quella che prescrive che ogni lavandino o bidet pulito vengano immediatamente occupati e riempiti di peli.
Se avete una predisposizione alla negazione del vostro corpo, o siete buddisti o siete gattari. Io so solo che, se sono in bagno e il gatto bussa, non posso fare a meno di aprirgli la porta. E non importa se per truccarmi impiego un’ora, recuperando pennelli mordicchiati e infilati con perizia sotto la lavatrice: io sono sua, il mio tempo è suo, sua è la mia volontà.
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