Coronavirus, gatto positivo in Belgio. Cosa dobbiamo sapere?
La Facoltà di Medicina Veterinaria di Liegi ha riferito al Crisis Center del Belgio per la Covid-19 di aver trovato un gatto positivo al Sars-Cov-2. Ma attenzione: si tratta di un caso isolato legato allo stretto contatto fra padrone e animale.
Leggete tutto con attenzione prima di trarre conclusioni: un gatto in Belgio è stato trovato positivo al Coronavirus nelle feci. Venerdì il Crisis Center del Belgio per la Covid-19 dell’FPS Public Health ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. Oltre a fornire i numeri dei nuovi contagi e dei decessi, questa volta si è aggiunta una nuova nota. La Facoltà di Medicina Veterinaria di Liegi, infatti, ha riferito al Crisis Center di aver trovato un gatto positivo al Coronavirus Sars-Cov-2. Emmanuel André, il portavoce del Crisis Center, ha dichiarato che si tratta di un caso isolato, spiegato dallo stretto contatto fra l’animale e il suo padrone, ovviamente anche esso affetto da Coronavirus.
Si è trattato di una trasmissione dall’uomo all’animale e non viceversa. Secondo Steven Van Gucht, virologo del Crisis Center, il gatto ha manifestato diarrea, vomito e problemi respiratori una settimana dopo che il suo proprietario aveva sviluppato i primi sintomi della malattia.
Coronavirus gatto: la spiegazione del Crisis Center del Belgio
Il Crisis Center ha spiegato che non vi è motivo di pensare che gli animali siano vettori dell’epidemia. E’ stato poi chiesto un parere anche alla FASFC, la quale ha ribadito che non ci sono prove per ritenere che sia un’evenienza frequente. In questo caso il gatto è stato la “vittima” di un’infezione riguardante un essere umano. In linea di principio la Covid-19 non viene trasmessa dagli animali agli umani: il rischio per l’uomo è quindi estremamente basso.
Tuttavia bisogna rispettare le norme igieniche previste, motivo per cui il sito web della FASFC ha aggiornato una serie di suggerimenti atti a proteggere i nostri animali. Come dichiarato, infatti, anche da Steven Van Gucht, prima di tutto dobbiamo pensare anche a proteggere i nostri animali quando siamo ammalati. Ecco i consigli:
- Non ci sono prove che il Sars-Cov-2 possa essere trasmesso dagli animali all’uomo, ma i due cani di Hong Kong e il gatto del Belgio indicano che un animale domestico che vive a stretto contatto con un contagiato è esposto ad un ambiente altamente contaminato. In queste situazioni estreme potrebbe essere possibile che l’animale contragga il Coronavirus: nel caso dei cani questi erano asintomatici, mentre il gatto ha sofferto di sintomi gastroenterici e respiratori (fra l’altro transitori, adesso il gatto sta meglio). Per questo motivo, soprattutto in ambienti fortemente contaminati, bisogna garantire le regole igieniche classiche: evitare il contatto ravvicinato con gli animali soprattutto quando si è malati, lavarsi le mani dopo aver manipolato gli animali, evitare che l’animale lecchi il viso. Questo serve per evitare di trasmettere potenzialmente il virus all’animale e per evitare ulteriore contaminazione ambientale
- In caso di persona infetta, si consiglia di tenere i suoi animali domestici al chiuso, ma evitando contatti stretti e ripetuti con gli animali
- Cani e gatti che vivono con pazienti infetti possono essere manipolati e portati a passeggio, ovviamente garantendo quelle norme igieniche di cui parlavamo prima (lavarsi le mani dopo averli toccati, evitare temporaneamente di baciarli sul muso…)
Se volete, qui trovate il video integrale della conferenza stampa del Crisis Center. Questa storia ricorda molto da vicino quello accaduto con il cane di Hong Kong: anche lì si aveva una proprietaria positiva e un cane risultato positivo al Coronavirus. All’inizio si ipotizzava un contatto ambientale, successivamente è stata promossa l’ipotesi secondo la quale in ambienti estremamente contaminati potrebbe essere possibile il contagio ai nostri animali, anche se non è possibile la trasmissione da loro a noi
Via | RTBF
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