Coronavirus, blocco delle adozioni dai canili?
Il governo ha imposto il blocco delle adozioni dai canili a causa del Coronavirus, ma le strutture rischiano di collassare.
Fra i tanti divieti imposti dalle ultime ordinanze del governo in merito all’emergenza Coronavirus, c’è anche il blocco delle adozioni dei cani dal canile. I gestori dei canili, però, lanciano l’allarme: come faranno le strutture a reggere quando aumenteranno gli abbandoni se questi non saranno bilanciati dalle adozioni? Come detto anche in precedenza, gli abbandoni dei cani sono in aumento: molte persone stanno usando la scusa del Coronavirus per abbandonare i propri amici a quattro zampe. A complicare il tutto, poi, ci si mette il fatto che, in alcuni casi, i volontari non possono accedere alle strutture e questo vuol dire che i pochi dipendenti rimasti devono fare lunghissimi turni per riuscire a gestire il tutto.
Coronavirus: la situazione di alcuni canili in Italia
Il canile di Lodi ha spiegato a Il Fatto Quotidiano che sarà difficile gestire gli abbandoni visto che le adozioni sono bloccate. I loro volontari hanno il permesso per entrare in canile, ma devono fare tutti turni molto lunghi. E anche se il veterinario del canile si è messo a disposizione 24 ore su 24 e se le scorte di cibo dureranno tre mesi, con il blocco delle adozioni istituito il 12 marzo c’è il rischio di sovraffollamento per il canile. Al momento, infatti, i cani non possono essere adottati, neanche quelli le cui adozioni erano già state programmate: possono entrare nel canile solo i proprietario dei cani fuggiti e che sono stati accalappiati.
Sulla stessa linea anche il canile di Trebbo di Reno. La paura è che molte adozioni previste e organizzate saltino. Questo perché fino al 12 marzo, soprattutto dopo il giorno di chiusura della scuola, la gente si è accalcata nei canili: le famiglie con bambini volevano tutte adottare dei cani. Ma al momento è saltato tutto.
Il canile di Colzate spiega che hanno dovuto organizzarsi diversamente: massimo tre volontari al lavoro e distanza minima di 1 metro. Diverso approccio da parte del Parco Canile e Gattile di Milano, gestito da Oipa e Arcadia: già dal 10 marzo non possono più accedere i volontari, ma solo i dipendenti. Sono rimasti attivi solo i servizi online.
Il Gattile di Conegliano, invece, è riuscito ad ottenere i lasciapassare per gattare e volontari per poter accudire i gatti, ma avvisa: fra poco cominceranno a finire i soldi, i veterinari cercano di aiutarli, ma le spese sanitarie sono sempre lì ad attenderli al varco.
Via | Il Fatto Quotidiano
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