Eutanasia negli animali: cosa dice la legge?
Cosa dicela legge in merito all’eutanasia degli animali? Andiamo a vederlo.
Eutanasia negli animali – Questione difficile e dolorosa da trattare: quando è lecito praticare l’eutanasia a un cane, un gatto o a un animale in generale? A dire il vero la legge in materia è abbastanza chiara:
- quando è comprovata l’aggressività e pericolosità del cane
- quando l’animale è inguaribile
- quando l’animale è incurabile
Il problema di solito è quando dal veterinario arrivano proprietari che chiedono l’eutanasia perché non hanno più voglia di curare il pet, non vogliono spendere soldi in medicine, pensano che il loro pet stia soffrendo in maniera atroce, ma non vogliono fare terapie o esami per alleviare o capire la malattia e via dicendo. Ecco, in questi ultimi casi sta al veterinario spiegargli che prima di tutto stanno chiedendo di fare una cosa illegale e punibile penalmente. In secondo luogo fargli capire che non si può sopprimere un animale che potrebbe essere benissimo curato e vivere altri anni solo perché loro non hanno più voglia di dedicarsi a lui (e non prendo neanche in considerazione chi vuole sopprimere il proprio cane solo perché è “vecchio” e vogliono prendere un cucciolo nuovo, a gente del genere non andrebbe affidato neanche un pesciolino rosso).
Eutanasia negli animali: la legge
La Legge n. 189/04 vieta qualsiasi uccisione provocata per crudeltà o in assenza di necessità (Art. 544 bis C.p.): in questo campo direi che rientrano tutti quei proprietari che richiedono l’eutanasia per i motivi sopra citati. Da ciò si evince che l’eutanasia può essere praticata solamente se è inevitabile e nell’interesse degli animali, non del proprietario.
La Legge n. 281/91 evidenzia poi come non sia più consentita la soppressione degli animali randagi e che anche i cani presenti in canili e rifugi possono essere soppressi solo se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità (Art. 2). Quindi tutti coloro che si rifiutano di contattare le autorità preposte quando trovano un cane perché sostengono che qui il cane venga ucciso, si stanno riferendo a leggi vecchie e ormai abrogate e quindi stanno sbagliando in pieno. Ricapitolando gli animali possono essere soppressi solo se:
- di comprovata pericolosità: Art. 672 C.p. Tutela l’incolumità delle persone e trova attuazione nelle misure di prevenzione del Regolamento di Polizia Veterinaria per contenere la propagazione di zoonosi e malattie infettive gravi dove è previsto l’abbattimento degli animali. Ciò vuol dire che il cagnolino di 5 kg che vi morde perché non lo avete mai educato non rientra certo in questi casi
- animali gravemente malati: sono animali malati di gravi patologie, inguaribili, quindi dove l’organismo non reagisce più ai farmaci e nelle malattie in stadio terminale. Non rientrano in questo caso cani con malattie croniche che possono essere tenute tranquillamente a bada da adeguata terapia farmacologica
- animali incurabili: sono animali in grave stato di sofferenza dove non è praticabile nessuna terapia medica. Sta al veterinario stabilire se l’animale in questione rientri in questo caso e in questo caso l’eutanasia viene adottata per evitare gravi e inutili sofferenze. Non è il proprietario che decide se il cane è incurabile e incurabile non vuol dire proprietario che lascia peggiorare e morire il cane perché non ha voglia di dargli le medicine previste, in questo caso si tratta di maltrattamento animale e rientriamo in tutto altro caso
Eutanasia negli animali: come si svolge?
Se il veterinario ritiene che ci siano gli estremi effettivi per un’eutanasia, provvederà a parlarne col proprietario (nel caso del cane è colui a cui il microchip del cane è intestato). Il veterinario provvederà a far firmare il Consenso informato al proprietario. L’eutanasia prevede prima la somministrazione di un anestetico totale in modo che l’animale passi dal sonno alla morte senza accorgersi di nulla. Una volta che l’animale è profonamente sedato, ecco che il veterinario procederà a iniettare il farmaco eutanasico o per via endovenosa o per via intracardiaca/intrapolmonare nel caso in cui il pet sia così collassato che non sia possibile trovare un accesso venoso. Successivamente nel caso di animali identificati col microchip, il veterinario provvederà a rilasciare l’apposito Certificato di morte che il proprietario dovrà consegnare entro tot tempo alla propria Asl di riferimento (non metto un’indicazione precisa perché ogni Asl ha le sue tempistiche). In base poi ai regolamenti locali, alla causa della morte e alla disponibilità del proprietario si valuterà come procedere per lo smaltimento del corpo (termine brutto, ma è il termine tecnico che si usa).
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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