Mezzi pubblici a Milano, cani e gatti viaggiano gratis
Mezzi pubblici gratis a Milano per cani e gatti? Ecco la novità.
Cani e gatti a Milano potranno viaggiare gratis su autobus e mezzi pubblici. Merito di un emendamento proposto da Gabriele Abbiati, consigliere della Lega: tale emendamento è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale. Grazie a questa norma, cani e gatti potranno salire sui mezzi pubblici e viaggiare gratis, senza alcun limite di tempo o di taglia. Ovviamente il tutto rispettando le modalità previste da ogni comune per quanto riguarda il trasporto: museruola e guinzaglio per cani, libretto sanitario sempre dietro e trasportino per i gatti. Secondo Abbiati, questa svolta servirà a evitare di lasciare a casa gli animali, i quali potranno liberamente accompagnare i proprietari sui mezzi di trasporto.
Cani e gatti pagano il biglietto sugli autobus?
In generale, cani e gatti possono salire sull’autobus e sui mezzi pubblici, solo che le regole variano da città a città. In alcuni posti possono salire e viaggiare gratis solamente animali di piccola taglia (vedi Torino), mentre in città come Roma e Milano (finora) potevano salire anche taglie medie, ma tutti pagavano il biglietto. I divieti di accesso non si applicano, però, ai cani che accompagnano passeggeri non vedenti. A Napoli non si paga, ma possono salire un massimo di due animali. Inoltre in alcune città, la decisione di accettare animali a bordo spetta anche al conducente del mezzo.
Parlando del caso di Milano, fino a questo momento potevano salire solamente cani di piccola e media taglia, gatti, uccellini: tutti però dovevano pagare il biglietto. Tuttavia gli animali non potevano salire nelle ore di punta e su ogni mezzo poteva esserci un solo cane. Nel caso nel medesimo veicolo o scompartimento ci fossero un cane e un gatto e ci fossero problemi di coabitazione, il proprietario del gatto avrebbe dovuto cambiare vettura.
Il fatto è che tali norme sono previste da tempo, solo che pochi proprietari di animali le rispettavano. Salvo poi lamentarsi quando venivano fatte le multe.
Via | La Stampa
Foto | iStock