Carcere delle balene in Russia: il proprietario delle reti nega il rilascio?
Una delle compagnie che ha catturato illegalmente le 10 orche e gli 87 beluga in Russia ha dichiarato di non voler liberare gli animali.
Per la liberazione delle 10 orche e degli 87 beluga imprigionati nel “carcere delle balene” che si trova a Srednyaya, sulla costa russa dell’Estremo Oriente, si sta mobilitando il mondo intero. Le campagne mediatiche e l’impegno del Cremlino però sembrano scontrarsi con l’apparentemente ferma decisione di uno dei proprietari delle reti che tengono imprigionati questi poveri animali, ovvero Alexei Reshetov, direttore generale di una delle compagnie che ha catturato i cetacei, il quale avrebbe fatto sapere che gli animali sono di sua proprietà, e che quindi non intende liberarli volontariamente.
La risposta arriva dopo la firma dell’accordo fra le autorità e gli animalisti, che da mesi si stanno impegnando per salvare quei poveri animali catturati illegalmente da quattro compagnie russe, che programmavano di venderli ai parchi marini cinesi.
Reshetov avrebbe fatto sapere che la liberazione di quegli animali avverrà solo quando lui sarà privato della sua volontà. La risposta sorprende, se si pensa che solo pochi mesi fa lo stesso presidente russo Vladimir Putin aveva incaricato il Ministero per le risorse naturali e l’ambiente e il Ministero dell’agricoltura di trovare una soluzione ottimale per la salvaguardia delle balene tenute imprigionate.
Dal canto suo, il Cremlino – tramite il suo portavoce Dmitrij Peskov – ha fatto sapere di essere rimasto sorpreso nel sentire una risposta del genere.
Intendiamo rinfrescare la memoria degli ordini impartiti dal presidente e che non c’è bisogno di dare altri ordini, dato che tutto è stato chiaramente formulato. Possiamo quindi affermare che se quegli ordini non verranno eseguiti, neanche parzialmente, studieremo quali azioni intraprendere.
via | La Stampa