Aumento delle pene e nuovi reati per chi maltratta gli animali: le parole del Ministro della Giustizia
Alfonso Bonafede promette di aumentare le pene e introdurre nuovi reati per chi maltratta gli animali.
Dopo la notizia del cane al quale è stata legata una pietra al collo prima di gettarlo in acqua, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha promesso, direttamente dal suo profilo Facebook, aumento delle pene e nuovi reati per chi si macchia di maltrattamenti nei confronti degli animali.
Il caso di Mia è arrivato fino al governo e il Ministro della Giustizia ha promesso una maggiore tutela nei confronti degli animali vittime di fatti gravi come quello che è accaduto. Un plauso arriva dalla LAV, che chiede che, però, le parole si tramutino in fatti, con pene fino a sei anni di reclusione e non solo contravvenzioni per chi abbandona i cani e i gatti. Senza dimenticare l’istituzione di zooerastia e strage di animali.
Gianluca Felicetti, Presidente LAV, sostiene che si tratta di un punto dell’attuale governo e spera che si possa presto formalizzare in un disegno di legge, come quello presentato in passato dall’Onorevole Ferraresi, ora Sottosegretario alla Giustizia. Ma parla anche della calendarizzazione delle proposte depositate dalla LAV nelle commissioni parlamentari e firmate da depucati e senatori. Al momento è fondamentale migliorare la Legge 189 del 2004 per uniformarla all’articolo 13 del Trattato europeo, ma anche
l’aumento fino a sei anni di reclusione per il maltrattamento e per l’uccisione di animali, l’abrogazione e la modifica di circostanze di illiceità speciale “per crudeltà’ e “senza necessità, la certa confisca degli animali oggetti di maltrattamenti, la creazione e il sostegno ai centri di recupero degli animali, il divieto per i condannati di poter continuare ad avere animali, l’introduzione del reato di zooerastia e zoopornografia, l’elevazione a delitto del reato di abbandono di un animale attualmente considerata una contravvenzione, l’istituzione del reato di strage di animali laddove si pongono atti idonei a determinare pericolo per la vita e l’integrità fisica di più animali mediante violenza, con la possibilità che dal fatto derivi la morte di uno o più animali, al fine di cagionare la morte di un numero indeterminato di essi per la natura del mezzo usato e le modalità dell’azione come avviene per gli avvelenamenti.
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