Di chi è la festa, oggi? Ah, del cane
Per un giorno, si può fare.
Eccoci qui al 28 aprile. Festa del cane, tanto voluta da petsblog. Sì, anche io l’ho voluta. L’ho voluta perché noi gattari siamo generosi, e non ci costa nulla cedere un giorno, con magnanimità, ai cani. In fondo, una volta l’anno si celebra anche il Carnevale, fatto per sovvertire l’ordine sociale. Semel in anno, però, che non licet insanire troppo spesso.
Non dovete pensare male di me: a me i cani piacciono. Ci gioco, li coccolo. Ma mi fanno sentire a disagio. Perché sei così entusiasta? Cosa stai facendo, cerchi di compiacermi? Ma perché? Mando mia figlia in una scuola a indirizzo montessoriano perché voglio che raggiunga indipendenza di giudizio e azione, figuriamoci se voglio un animale che mi consideri il capobranco. No, vai, mandami a quel paese, decidi per te stesso, non guardarmi adorante. Trova degli interessi solo tuoi. Puoi mandarmi a quel paese, eh, non mi offendo ed è un tuo diritto. Mia figlia lo fa. I miei gatti no, perché non perdono tempo nemmeno a farlo.
A volte, coi gatti, guardiamo l’entusiasta cane dei vicini, che scodinzola e fa gridolini di gioia. Con gli occhi socchiusi, dalla recinzione, fermi al sole, giriamo la testa verso di lui per qualche secondo. Poi, ognuno di noi va per la propria strada, con un leggerissimo gesto di disappunto. Che caciaroni, i cani. Divertenti, pittoreschi. ma i miei baronetti britannici preferiscono che si tenga un certo contegno, con gli umani.
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